Cacciatori:«Il danno cè stato e pertanto qualcuno dovrà pure risarcirlo»
fin fine la tradizione avrebbe avuto il sopravvento sulla crisi dei consumi ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare il maggior danno economico provocato dalla improvvisa mancanza d’acqua. Come dire, per rimanere in tema è proprio piovuto sul bagnato». La riflessione è del direttore Confcommercio Giorgio Fiori che riferendosi alla interruzione idrica, che da ben 5 giorni sta interessando la città e la Vallata, aggiunge che «soprattutto bar e ristoranti hanno avuto il disagio maggiore, pur ingegnandosi in ogni modo per non dover addirittura chiudere gli esercizi. Ovviamente il problema in questi giorni di festa si è piuttosto amplificato, sia per l’incremento naturale della domanda, sia perché l’interruzione idrica si è avuta in concomitanza con le festività di fine anno e con i preparativi dei tradizionali cenoni». «Diamo atto alle Istituzioni di avere subito organizzato i rifornimenti per la cittadinanza, anche se forse l’avviso della rottura è arrivato in ritardo ma le esigenze dei bar e ristoranti erano ben più ampie. E così – aggiunge Fiori – piuttosto che fare proclami ad effetto e lanciare strali accusatori a destra e a manca, ci siamo subito mobilitati con il Presidente Provinciale Cacciatori ed il Presidente di Delegazione Scipioni che si sono dati da fare in prima persona confrontandosi subito con il presidente CIIP Nigrotti, e quindi per trovare autobotti private (messe generosamente a disposizione a titolo gratuito da alcune aziende locali tra cui la Sabelli) per il rifornimento più immediato dei pubblici esercizi associati della città e dei centri limitrofi. E’ chiaro che la maggior parte dei locali erano più o meno organizzati con serbatoi propri, sufficienti però a far fronte ad una mancanza d’acqua di ore e non di giorni, tanto che le autobotti sono state più che provvidenziali per rimpinguare proprio i serbatoi e garantire l’erogazione idrica alle cucine, ai banchi bar e quindi alle toilette. «Al di là dunque del disagio e degli impegni organizzativi ed anche economici che i pubblici esercizi hanno dovuto affrontare - evidenzia il presidente Igino Cacciatori - il danno c’è stato e pertanto qualcuno dovrà pure risarcirlo, se verranno confermate negligenze e responsabilità dirette. Nel frattempo provvederemo ad accertare i danni reali subiti dalle nostre imprese, mettendo in piedi se sarà possibile una causa collettiva di risarcimento (Class Action) anche perché gli operatori che vengono spesso additati come speculatori (anche in questo caso c’è chi ci ha assurdamente accusati di avere aumentato i prezzi dell’acqua minerale!) e che debbono sostenere eccessivi oneri, anche per le depurazioni delle acque, hanno pur il diritto di essere tutelati. Ma è evidente conclude Cacciatori – che ciò che più ci interessa è il futuro per cui ci attendiamo, nello spirito della più ampia collaborazione, che vengano adottati provvedimenti atti, dopo una tale brutta esperienza, a far si che gli stessi non si ripetano più, poiché nell’era attuale non è ammissibile che una città venga messa così in ginocchio per la rottura di un tubo dell’acquedotto».