Crisi idrica, ecco l'esposto dell'avv. Falciani

Crisi idrica, ecco l'esposto dell'avv. Falciani

«Nulla sappiamo della politica di manutenzione controllo e prevenzione del Ciip»

sito in C.so Mazzini 65 di Ascoli Piceno sono rimasti privi di acqua dalle ore 6.30 del mattino alle ore 16.30 circa (fatti accertati personalmente dall’esponente presso la propria abitazione ed alle ore 13.30 presso lo studio). Dalle notizie apprese dai giornali la mancata erogazione del servizio pubblico essenziale dell’acqua corrente ha interessato la gran parte della vallata servita dall’acquedotto così detto comunale la cui gestione è in carico al CIIP. Sempre da quanto si è appreso dai giornali il guasto risalirebbe alle ore 19.00 di venerdì 25.5.07 (in un caso si fa riferimento alle 19.00 di giovedì 24.5.07 ma la circostanza presumibilmente è frutto di errore). Gli stessi giornali, riportando in diverse pagine locali le dichiarazioni di uno dei dirigenti del consorzio (Dr. Calcinaro), hanno riferito che il guasto si sarebbe verificato presso uno snodo principale delle condotte idriche ove si congiungono due tipi di condutture (una nuova del 2000 ed una vecchia del 1956) che avrebbero ceduto sotto la pressione del terreno circostante il quale a causa della siccità avrebbe prodotto tensioni e movimenti delle tubature. Sempre la stampa locale ha riportato da un lato il panico diffuso tra la gente che si è riversata in massa presso i supermercati per reperire acqua in bottiglia dall’altro la mancata possibilità per gli esercizi pubblici quali bar, ristoranti e parrucchierie ed altro di erogare la propria attività. Sono stati segnalati disagi per le famiglie con figli in tenera età (compreso chi scrive) e con anziani. Tutte le testate riportano la assoluta mancanza di informazioni presso l’utenza nel periodo tra l’ora della rottura (di cui alla sera del 25) e la perdita del servizio per lo più verificatasi al mattino seguente e per tutta la durata del ripristino sino alla sera. Tale è il fatto, si ritiene che la gravità dello stesso proprio per la collettività dei soggetti coinvolti ed il numero indifferenziato delle vittime possa e perciò debba condurre l’ufficio inquirente quantomeno ad una indagine conoscitiva onde valutare se esistono responsabilità per fatti penalmente rilevanti.

 

1)      Da quanto si è appreso la rottura si è verificata presso uno snodo di particolare rilevanza per la portata delle condotte. Tale snodo avrebbe dovuto essere oggetto di particolare attenzione, manutenzione e controllo in quanto non si tratta di tubazione periferica ma di una condotta principale il cui mancato funzionamento si sapeva ab origine avrebbe potuto produrre ciò che in effetti ha prodotto. Sotto questo profilo andranno accertate la frequenza e la tipologia degli interventi preventivi di controllo e manutenzione e se fosse dovuta, differentemente da una condotta periferica la costruzione di conduttura di emergenza;

2)      Non solo ma da quanto si è appreso le condotte congiunte sono in materiale diverso e non sappiamo quanto compatibile l’uno con l’altro. Tale diverso materiale in ogni caso è soggetto a diversa resistenza ai movimenti (vecchi tubi in cemento allocati nel 1956 sarebbero stati congiunti con nuovi in acciaio del 2000). Si dovrà pertanto verificare la regola d’arte degli interventi.

3)      Gli stessi movimenti del terreno, ascritti alla siccità manifesta, sono eventi assolutamente prevedibili e non configurano una calamità naturale od una forza maggiore e del resto il fenomeno della siccità è noto almeno dal novembre 2006 attesa la anomalia della invernata 2006-2007. Andranno anche in questo senso verificati gli interventi di programmazione e di controllo del fenomeno in quanto incidente sulle tubazioni e sulle condotte dato che, proprio in quanto il terreno era noto essere secco, si sarebbe dovuto prevedere con una mediocre ordinaria diligenza il movimento delle condotte. 

4)      Va specificato che la stampa riporta episodi di “assalto” ai punti vendita di acqua minerale (in alcuni casi sarebbero anche stati aumentati i prezzi) e di panico diffuso proprio in relazione alla mancanza di informazione (normalmente in questi casi si utilizzano i servizi di fonica). Anche in questo caso l’omissione se colpevole ha comportato il procurato allarme sociale.

Quello che è certo che il servizio pubblico essenziale è stato interrotto ed il consorzio CIIP ha l’obbligo giuridico di fornire il servizio prevenendo qualsiasi tipo guasto proprio per la essenzialità del servizio medesimo a meno che ovviamente non esista una causa giustificante. Si noti che ove risulti una colpevole noncuranza della manutenzione delle condotte principali conosciute come a rischio ed ove non si sia programmato un corretto programma di intervento e controllo omettendo le cure della leges artis si perfeziona la fattispecie della interruzione di pubblico servizio punibile anche a titolo di dolo eventuale. Si vorrà notare che compito del CIIP è proprio quello di assicurare il servizio in quanto gestore della risorsa pubblica ed è specifico l’obbligo giuridico di prevenire guasti alla erogazione. Sotto l’ulteriore profilo della causalità negativa od omissiva si rappresenta che non impedire l’evento che si ha l’obbligo giuridico di scongiurare equivale a cagionarlo. Si insiste e pertanto acché vengano espletate le indagini di rito siccome volte all’accertamento dei fatti ed eventuali responsabilità. Veniamo ai giorni nostri.

Dopo una estate trascorsa con l’incubo di interruzioni programmate notturne della distribuzione che in alcuni casi è effettivamente avvenuta dobbiamo narrare dei più gravi episodi avvenuti tra il 28.12.07 ed il 31.12.07 (salvo prosecuzione). E’ accaduto che un ponte che regge una conduttura principale in zona Tallacano sia crollato con distruzione, anche in questo caso, di una delle tubazioni principali che servono Ascoli capoluogo e la vallata. Secondo quanto dicono i giornali sono interessate al disservizio centoventimila persone (cfr. stampa locale 29-30.12.07). Dunque si ripete in forma più grave perché estesa nel tempo la situazione accaduta nel maggio 2007. Sostanzialmente il CIIP pare intervenire esclusivamente a posteriori una volta verificato il guasto e nulla sappiamo della politica di manutenzione controllo e prevenzione che rappresentano il primo dovere giuridico di chi gestisce il servizio di approvvigionamento dell’acqua quale bene primario. Ci chiediamo anche in questo caso:

-         il ponte crollato e le tubazioni soprastanti sono state controllate e mantenute in correttamente?;

-         perché le tubazioni principali non sono assistite da condutture di emergenza?

-         perché si ripetono periodicamente questi episodi di interruzione del servizio?

-         siamo dinanzi a situazioni per le quali si è verificato un evento eccezionale ovvero che si ritiene ci troviamo in costanza di una politica di gestione volontariamente e prevedibilmente inadeguata.

Anche questo, caso ferma la evidente continuazione delle condotte, si specifica che:

- il servizio pubblico essenziale è stato interrotto ed il consorzio CIIP ha l’obbligo giuridico di fornire il servizio prevenendo qualsiasi tipo guasto proprio per la essenzialità del servizio medesimo a meno che, ovviamente, non esista una causa giustificante.

- si noti che ove risulti una colpevole noncuranza della manutenzione delle condotte principali e delle struttura a sostegno delle stesse conosciute come a rischio ed ove non si sia programmato un corretto programma di intervento e controllo omettendo le cure della leges artis si perfeziona la fattispecie della interruzione di pubblico servizio punibile anche a titolo di dolo eventuale.

- si vorrà notare che compito del CIIP è proprio quello di assicurare il servizio in quanto gestore della risorsa pubblica ed è specifico obbligo giuridico di prevenire guasti alla erogazione.

- sotto l’ulteriore profilo della causalità negativa od omissiva si rappresenta che non impedire l’evento che si ha l’obbligo giuridico di scongiurare equivale a cagionarlo.

Vorremo infine che si accertasse altresì che tipo di manutenzione è stata eseguita dal consorzio sulle condotte principali tra i due eventi. Se, come riteniamo, essa sia mancata ovvero sia insufficiente anche in questo caso la perfezione della fattispecie penale è perfetta. Vorremo far notare che se è vero quanto hanno riferito i quotidiani locali ed il TG3  Rai (29-30/12) la conduttura che è sprofondata transita su di un ponte che è ampiamente datato nel tempo (1956?) e che in mancanza di manutenzione è del tutto normale e prevedibile che possa crollare. Si sporge quindi atto formale di denuncia querela contro ignoti nei confronti dei responsabili di tutti i reati (amministratori dipendenti dirigenziali tecnici) che verranno individuati.  Ad ulteriore sottolineatura della particolare gravità del fatto preme evidenziare che sulla stampa locale in data 31.12.07 si è invocato l’intervento della magistratura inquirente. In particolare ci riferiamo alle dichiarazione ascritte all’avv. Mauro Gionni, personalità pubblica di spicco e noto per la puntualità e moderazione dei suoi interventi, che ipotizza l’ipotesi di disastro colposo proprio in relazione alle condizioni pregresse del ponte ove correva la tubazione danneggiata. Evidentemente si ha ben donde di credere che sia mancata colpevolmente qualsiasi tipo di manutenzione nonostante la conoscenza delle condizioni pregresse dei luoghi. Si noti che nella estate scorsa c’è stato il noto incendio di Tallacano e, conseguentemente, è assolutamente incredibile che non si sia avviata una attività di monitoraggio e di interventi sui luoghi interessati dall’odierno crollo. L’ufficio inquirente è chiamato a verificare anche tale ipotesi di reato ove ritenuta coerente con l’accaduto».