Rivendevano auto da demolire in Bulgaria, interviene la GdF

Rivendevano auto da demolire in Bulgaria, interviene la GdF

Circa 38 mila auto, coinvolti 45 demolitori e 50 indagati

E' stata denominata 'Circe', dal nome della maga che trasformava gli uomini in maiali, l'operazione congiunta della Guardia di finanza e del Corpo forestale dello Stato. I particolari dell'indagine, che al momento vede coinvolti 45 autodemolitori sparsi nel centro-nord Italia - 50 complessivamente le persone indagate, italiane e straniere, e su altrettante sono in corso accertamenti - sono stati illustrati oggi dal comandante provinciale di Ancona delle fiamme gialle, col. Fabrizio Cuneo, e dall'omologo del Corpo forestale Giusepe Bordoni.  Erano presenti alla conferenza stampa anche i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e ambientaliste. Migliaia di proprietari di auto, infatti, hanno portato le loro auto a demolire pagando il prezzo del servizio, mentre quelle stesse vetture sono state poi rivendute. In molti casi è stato accertato che gli indagati hanno intascato l'ecoincentivo. Oltre alla truffa ai danni dello Stato, la Procura di Ancona, con il pm Paolo Gubinelli, procede per il traffico di rifiuti speciali pericolosi, in pratica le stesse auto: ben 6 milioni di chilogrammi. Un aspetto della vicenda che giustifica la presenza degli ambientalisti all'incontro con la stampa. Consistenti le violazioni amministrative in materia ambientale (da 5 a 25 milioni di euro) e fiscale per le esportazioni fatte evadendo l'Iva. Difficile, per il momento, quantificare il volume d'affari, mentre è ancora da accertare se dietro il traffico vi fosse una regia unica o se si tratti di comportamenti non collegati fra loro. Il grosso dei veicoli passava per uno spedizioniere di Ancona, e nel porto dorico è stata sequestrata una bisarca con le auto da rottamare in procinto di imbarcarsi per la Grecia, da dove poi avrebbe raggiunto la Bulgaria.   Perquisizioni sono state eseguite presso 45 demolitori: 10 nelle Marche, 13 in Lombardia, 6 in Veneto, 6 in Emilia, 4 nel Lazio, 2 in Piemonte, 2 in Friuli, uno in Liguria e uno in Umbria.