Le frasi, vergate da mani anonime con una bomboletta spray, sono accompagnate da svastiche e croci celtiche. Evidentemente, si tratta di una reazione all'ultimo exploit pubblicitario-commerciale che ha per protagonista il nomade, 'gestito' dall'agente pubblicitario Alessio Sundas, il quale ha lanciato una linea di prodotti con il 'marchio' Ahmetovic. Ed è scontro fra lo stesso Sundas e Marco Fabiani l'ascolano che ospita il rom nel suo appartamento al residence. Ieri Fabiani aveva fatto sapere che «Ahmetovic è profondamente turbato da notizie deliranti messe in giro dal signor Sundas che cerca di farsi pubblicità presentando all'opinione pubblica contratti per occhiali, profumi, jeans e quant'altro, inesistenti». «Ho tutti i contratti in esclusiva con Ahmetovic firmati mesi fa. Ahmetovic percepirà 50 mila euro, ha già preso un acconto, tra parentesi. Ho quasi duemila lettere di richiesta di gente che vuole comprare il suo libro» ha replicato, piuttosto stizzito, oggi Sundas in un'intervista di Audio Capital, nella quale annuncia peraltro azioni legali contro Fabiani. Sundas rispondendo alla domanda sull'opportunità di mercificare la morte di quattro ragazzi attraverso l'immagine di chi li ha uccisi ha aggiunto che«se la legge non mi consente più di fare questo mi fermo senza problemi. Ero contro il sistema italiano che permette che diventi un personaggio. La mia è una provocazione».
Discoteche, mai invitato Ahmetovic. L'associazione italiana imprese da Ballo e di spettacolo (Silb) aderente a Fipe Confcommercio, smentisce che ci sia stata una richiesta delle discoteche di coinvolgere dietro lauto pagamento per una "ospitata" Marco Ahmetovic. «Esprimiamo profonda indignazione - afferma Renato Giacchetto, presidente Silb - con quanto dichiarato da Alessio Sundas, dichiaratosi agente di Marco Ahmetovic, in una trasmissione radiofonica. Il signor Ahmetovic sta scontando gli arresti domiciliari e non vedo come potrebbe andare in un locale. Inoltre nessuno dei gestori aderenti alla nostra associazione sarebbe disposto a spendere neanche un centesimo per ospitare chi ha ucciso quattro ragazzini. Tutto questo è completamente l'opposto della strategia di comunicazione che portiamo avanti da anni basata su campagne di informazione e sensibilizzazione dirette ad un utilizzo responsabile dell'alcol nelle discoteche».