Sgominata banda di rapinatori nelle ville

Sgominata banda di rapinatori nelle ville

In nove, tra albanesi e macedoni, finiti in manette. Quattordici i complici denunciati

In particolare, la banda era specializzata nei furti di auto di grossa di cilindrata, che poi venivano riciclate e imbarcate dai porti del sud Italia verso i paesi dell'Est. Otto gli arresti eseguiti su ordine del gip di Macerata, mentre una nona persona si trova in stato di fermo. Quattordici i complici della denunciati a piede libero per aver fatto parte della rete di fiancheggiatori. Finiti in manette con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata ai furti, gli arrestati agivano per lo più nelle province di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e Teramo.

Le operazioni della banda: Mercedes, Lamborghini, Bmw, Audi. Erano le marche preferite della banda di albanesi e macedoni specializzata in furti di auto di lusso che in otto mesi, da aprile a oggi, ha messo a segno fra Marche, Abruzzo e Lombardia 80 colpi accertati e 70 sospetti, prima di finire in manette. Tutte le vetture venivano 'ripulite' fra la provincia di Milano Caserta, per essere poi imbarcate con targhe e documenti falsi dal porto di Bari, dirette in Albania. Otto arresti e un fermo di polizia, eseguiti fra ieri notte e le prime ore di stamani dai carabinieri della Compagnia di Macerata su ordine del gip Claudio Bonifazi, hanno portato in carcere l'intera banda, fiancheggiata da almeno altri 14 extracomunitari per i quali è scattata una denuncia a piede libero. Dei nove indagati principali, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto, solo due risiedono regolarmente in Italia; gli altri sono clandestini, domiciliati fra Civitanova Marche, San Severino Marche e Caldarola, e a Marcianise (Caserta). Erano in possesso di armi (nel corso di 23 perquisizioni i militari hanno sequestrato fra l'altro una carabina di precisione, risultata rubata), ma mettevano a segno i loro colpi sempre disarmati, con indosso guanti di lattice per non lasciare tracce. Per entrare nelle abitazioni la banda utilizzava un trapano a croce, con il quale forzava porte o finestre. Il gruppo, capeggiato da C. I., un albanese di 27 anni residente a Civitanova Marche, ha colpito in ville e garage di Macerata, Ancona, Ascoli Piceno, Teramo, ma anche in Lombardia. Sceglieva le vittime potenziali a partire dalla cilindrata dell'auto, ed entrava in azione di notte - fra le 21 e le 5 del mattino - quando i proprietari dormivano. Solo a giorno fatto, le famiglie si accorgevano dei furti. Le auto erano il primo obiettivo dell'organizzazione, ma ville a appartamenti venivano ripuliti anche di preziosi, oggetti in oro, computer e materiale elettrico. Tredici le vetture recuperate nel corso dell'operazione; una Lamborghini con impianto satellitare era già stata ritrovata a Roma, dalla polizia stradale. A mettere i carabinieri del col. Domenico Paterna sulle tracce della banda è stato il fiuto di un maresciallo dell'Arma, subito dopo il primo furto, quello di una Mercedes E270 rubata a Cingoli il 6 aprile e ritrovata a San Severino Marche. Per deviare i sospetti, i ladri lasciavano le vetture rubate in sosta anche per due o tre giorni in luoghi molto frequentati di altre citta. Poi passavano a riprenderle al momento giusto. Il valore dei colpi supera già i due milioni di euro, ma l'operazione potrebbe avere nuovi sviluppi. Gli altri arrestati sono D. F., 33 anni, residente a Civitanova Marche, F. E., 20, e B. A., 21, residenti a Caldarola, M. E., 24, V. A., 25, C. A., 32, e M. B., 21, tutti domiciliati a San Severino Marche, e B. G., 25, residente a Marcianise (Caserta). Quest'ultimo è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, tutti gli altri a Camerino.

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