Le operazioni della banda: Mercedes, Lamborghini, Bmw, Audi. Erano le marche preferite della banda di albanesi e macedoni specializzata in furti di auto di lusso che in otto mesi, da aprile a oggi, ha messo a segno fra Marche, Abruzzo e Lombardia 80 colpi accertati e 70 sospetti, prima di finire in manette. Tutte le vetture venivano 'ripulite' fra la provincia di Milano Caserta, per essere poi imbarcate con targhe e documenti falsi dal porto di Bari, dirette in Albania. Otto arresti e un fermo di polizia, eseguiti fra ieri notte e le prime ore di stamani dai carabinieri della Compagnia di Macerata su ordine del gip Claudio Bonifazi, hanno portato in carcere l'intera banda, fiancheggiata da almeno altri 14 extracomunitari per i quali è scattata una denuncia a piede libero. Dei nove indagati principali, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto, solo due risiedono regolarmente in Italia; gli altri sono clandestini, domiciliati fra Civitanova Marche, San Severino Marche e Caldarola, e a Marcianise (Caserta). Erano in possesso di armi (nel corso di 23 perquisizioni i militari hanno sequestrato fra l'altro una carabina di precisione, risultata rubata), ma mettevano a segno i loro colpi sempre disarmati, con indosso guanti di lattice per non lasciare tracce. Per entrare nelle abitazioni la banda utilizzava un trapano a croce, con il quale forzava porte o finestre. Il gruppo, capeggiato da C. I., un albanese di 27 anni residente a Civitanova Marche, ha colpito in ville e garage di Macerata, Ancona, Ascoli Piceno, Teramo, ma anche in Lombardia. Sceglieva le vittime potenziali a partire dalla cilindrata dell'auto, ed entrava in azione di notte - fra le 21 e le 5 del mattino - quando i proprietari dormivano. Solo a giorno fatto, le famiglie si accorgevano dei furti. Le auto erano il primo obiettivo dell'organizzazione, ma ville a appartamenti venivano ripuliti anche di preziosi, oggetti in oro, computer e materiale elettrico. Tredici le vetture recuperate nel corso dell'operazione; una Lamborghini con impianto satellitare era già stata ritrovata a Roma, dalla polizia stradale. A mettere i carabinieri del col. Domenico Paterna sulle tracce della banda è stato il fiuto di un maresciallo dell'Arma, subito dopo il primo furto, quello di una Mercedes E270 rubata a Cingoli il 6 aprile e ritrovata a San Severino Marche. Per deviare i sospetti, i ladri lasciavano le vetture rubate in sosta anche per due o tre giorni in luoghi molto frequentati di altre citta. Poi passavano a riprenderle al momento giusto. Il valore dei colpi supera già i due milioni di euro, ma l'operazione potrebbe avere nuovi sviluppi. Gli altri arrestati sono D. F., 33 anni, residente a Civitanova Marche, F. E., 20, e B. A., 21, residenti a Caldarola, M. E., 24, V. A., 25, C. A., 32, e M. B., 21, tutti domiciliati a San Severino Marche, e B. G., 25, residente a Marcianise (Caserta). Quest'ultimo è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, tutti gli altri a Camerino.