Truffe e riciclaggio, operazione delle fiamme gialle

Truffe e riciclaggio, operazione delle fiamme gialle

Nell'agosto del 2006 erano già state denunciate 20 persone, di cui quattro arrestate

E' la seconda fase di una vasta operazione che ha visto interessate diverse regioni: oltre alle Marche, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo ed Emilia Romagna. Nell'agosto del 2006 erano già state denunciate 20 persone, di cui quattro arrestate. In quell'occasione erano stati sequestrati i titoli di credito e merci di vario tipo: televisori al plasma, climatizzatori, ricambi per auto, ferri da stiro con caldaia, fino a banconote contraffatte e persino termocoperte, vino, dolciumi. Anche stavolta, nel corso di una serie di perquisizioni, le fiamme gialle hanno sequestrato altre merci: impastatrici, macchine per il sottovuoto e per produrre ghiaccio, pentolame per la ristorazione, navigatori satellitari, detersivi industriali. Le indagini del Nucleo di polizia tributaria, coordinate da pm Rosario Lioniello, hanno permesso di accertare, nel periodo 2002-2006, circa 130 truffe in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania, con un danno economico per le vittime quantificato in circa 800 mila euro. L'organizzazione, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, reperiva sul mercato nero, in Campania e Abruzzo, assegni circolari preformati emessi da istituti bancari nazionali, facenti parte di un gruppo di migliaia di analoghi titoli di credito frutto di furti e rapine (oltre 30.000 assegni). La banda prendeva poi contatti con le imprese, inviando fax e e-mail con richieste di preventivi. Gli acquisti venivano fatti sempre tramite fax o e-mail, con l'intestazione di ditte realmente esistenti - ma del tutto ignare - e recapiti telefonici di cellulari. I truffatori ritiravano quindi la merce in orari di chiusura delle banche, per evitare che gli imprenditori potessero fare accertamenti sugli assegni utilizzati per il pagamento. La merce, trasportata su mezzi presi a noleggio, con targa contraffata e camuffati con adesivi pubblicitari, veniva venduta a più ricettatori dislocati nelle varie regioni. Molti di loro erano titolari di imprese commerciali, che potevano giustificare così gli acquisti utilizzando fatture false. Solo al momento dell'incasso degli assegni, le ditte venditrici si accorgevano della truffa. In tutto sono stati sequestrati 4.500 capi di abbigliamento;150 confezioni di dolciumi; 300 bottiglie di vino; 230 termocoperte; 60 ferri da stiro con caldaia professionali; 8 macchine impastatrici industriali; 8 produttori di ghiaccio industriali; 1.640 litri di detersivo liquido; 250 pentole ad uso alberghiero; 90 armadietti metallici e sedie uso ufficio.