Per gli studenti delle superiori è prevista una visita guidata allinterno della Casa Circondariale
D'altra parte rappresenta per gli studenti un momento di “riflessione”, evidenziando le conseguenze delle violazioni delle regole della convivenza civile ma anche i possibili percorsi di reinserimento. Perché esiste il carcere? Come vivono i detenuti? Come trascorrono le ventiquattro ore della giornata? Sono queste alcune delle domande alle quali il progetto darà una risposta insieme ad altre quali: il carcere riesce ad essere efficacemente rieducativo? Oppure come possono il cittadino e la collettività contribuire al reinserimento sociale dei detenuti? «Le esperienze vissute dai ragazzi gli scorsi anni – ricorda l’assessore alla Pubblica Istruzione, Gianni Silvestri – sono state estremamente formative dal momento che per i ragazzi la visita in carcere ha rappresentato indubbiamente un importante momento di riflessione e di solidarietà. Quella solidarietà che comunque dobbiamo a quelle persone che per i più svariati motivi hanno sbagliato». Il progetto si articola in due particolari tipologie d’azione. Per gli studenti delle scuole medie superiori è prevista una visita guidata all’interno della Casa Circondariale. I ragazzi, accompagnati dai loro insegnanti, visiteranno alcuni ambienti del carcere ed incontreranno alcune figure professionali che operano nell’Istituto. Per i bambini delle scuole primarie e medie, invece, nell’ambito dei progetti di educazione alla legalità, sono previsti incontri in classe con delle figure professionali che operano nel carcere. «Il progetto – prosegue l’assessore Silvestri – ha una sua specificità legata al non far sentire il carcere così lontano dalla nostra realtà e considerare chi è “dentro”, prima di tutto una persona con i suoi diritti». Il progetto vuole perseguire l’obiettivo di una crescente integrazione della Casa Circondariale di Ascoli Piceno nel territorio e nel contesto sociale in modo da favorire la condivisione da parte della collettività, del concetto di sicurezza sociale da perseguire anche tramite il reinserimento sociale del detenuto. «Sicuramente – ha concluso l’assessore Silvestri – sarà proficuo per i ragazzi poter conoscere da vicino questa realtà che li farà riflettere sul valore della norma, della giustizia e della libertà e, soprattutto, farà loro capire che è necessario vincere la diffidenza verso coloro che hanno sbagliato e che stanno pagando il loro debito verso la società».