Muore dopo un'iniezione, indagano i carabinieri

Muore dopo un'iniezione, indagano i carabinieri

L'iniezione gli sarebbe stata praticata dalla madre

Il magistrato di turno è in attesa dell'informativa da parte dei carabinieri di Brecce Bianche, che in queste ore stanno facendo una serie di accertamenti. Gli esami sul corpo del giovane dovranno accertare se le cause della morte siano da ricercare in un'allergia a una delle componenti del farmaco, che Emanuele aveva cominciato a utilizzare circa una settimana fa cambiando la terapia. L'iniezione gli sarebbe stata praticata dalla madre, come sempre, che ha visto poi il figlio spegnersi sotto gli occhi dopo inutili tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del 118.  L'autopsia sarebbe stata chiesta anche dai familiari della vittima per chiarire definitivamente le cause della morte. La Procura di Ancona ha così disposto l'esame e, come atto dovuto, ha contestualmente aperto un fascicolo contro ignoti e senza formulare ipotesi di reato. Secondo le prime indagini dei carabinieri, non emergerebbero comunque responsabilità a nessun titolo e la morte sembrerebbe sopraggiunta per cause naturali. L'autopsia potrà però chiarire in via definitiva se vi è stato un shock anafilattico dovuto all'iniezione dell'antibiotico.

Il parere dell'esperto Uno shock anafilattico, ovvero una fortissima reazione allergica, potrebbe essere la causa del decesso del giovane di Ancona morto dopo un'iniezione di antibiotico. A sottolinearlo è il presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) Claudio Cricelli, il quale rileva anche come si tratti di eventi rari e, in genere, purtroppo non prevedibili. Le reazioni allergiche agli antibiotici, ha spiegato «sono frequenti, ma di solito si tratta di reazioni non particolarmente gravi, come asma o eruzioni cutanee. In questo caso si è avuta invece una reazione, rara, gravissima e molto rapida e in situazioni simili se non c'èsul posto personale specializzato che tenti la rianimazione del paziente l'esito può essere fatale». Ma c'è una 'categoria a rischio' per questo tipo di reazioni allergiche letali?«No - risponde Cricelli - e si può solo tenere conto di alcuni fattori potenzialmente predisponenti, come età (lo shock anafilattico è più frequente nella fascia 15-40 anni), il sesso (più frequente nelle donne) e la presenza di altre allergie». Certamente, conclude l'esperto, «se si sono avute reazioni allergiche ad altri medicinali è sempre bene segnalarlo al medico. In questo caso, è possibile effettuare alcuni test predittivi specifici per le allergie, ma si tratta comunque di esami da effettuare con cautela dal momento che implicano un certo rischio».