«Un ritocco modestissimo, praticamente insensibile» commenta oggi l'assessore regionale al bilancio Pietro Marcolini. «Si tratta - ha spiegato - di un contributo finalizzato a lasciare invariati o a potenziare il sociale, il socio-assistenziale, il trasporto pubblico e il turismo-cultura. Una proposta - ha aggiunto - senza alcun presupposto ideologico, che trasmettiamo al consiglio, che potrà eventualmente decidere altre forme, magari con minore impatto emotivo, tenendo però sempre ben presente che a ogni spesa deve corrispondere un'entrata, e che, quindi, è necessario sempre trovare tale equlibrio. Ci possono essere - ha proseguito Marcolini - altre misure da adottare: o una riduzione della spesa o anche un ritocco della fiscalità generale, che però la giunta non ha voluto in alcun modo fare, dopo averla negli ultimi anni consistentemente abbassata. Siamo impegnati insieme per trovare il necessario equilibrio. Abbiamo scelto la benzina, e non il gasolio, e nemmeno il metano, sul quale l'addizionale marchigiana è metà di quella lombarda, perché - ha precisato - il metano è un consumo popolare, che nemmeno intendiamo toccare in futuro». La proposta di bilancio 2008 - ha detto infine l'assessore - dovrà arrivare in aula, dopo i passaggi in commissione «prima di Natale».
Castelli: «Tanto tuonò che piovve» Così il consigliere regionale di An Guido Castelli commenta l'ipotesi di un aumento del prezzo della benzina prospettato dalla giunta regionale. «Il governatore delle Marche - afferma Castelli - insieme con il fido assessore alle finanze Marcolini, per tappare il buco di bilancio della Regione (che galoppa verso l'astronomica cifra di 1.750.000.000 euro) pare si sia inventata, infatti, la più scontata e odiosa delle misure fiscali: l'aumento della benzina. Cinque delle vecchie lire al litro in più. Questa la scelta del centro-sinistra marchigiano che nel conclave di ieri ha deciso di ripercorrere una strategia fiscale che ricorda i 'governi balneari' della prima Repubblica. Quelli, per intenderci, che duravano 100 giorni e che, ad ogni allarme finanziario, correvano verso la pompa della benzina. Ma il ministro Bersani - si chiede l'esponente di An - non aveva giurato ai consumatori che le accise sul carburante non sarebbero più aumentate? Sarebbe da sciocchi attendersi una risposta plausibile. Soprattutto da parte di chi aveva spergiurato che la pressione fiscale (diretta o indiretta) a carico dei marchigiani non sarebbe cresciuta. E' così che, dopo aver elevato al massimo livello possibile l'Ires e l'Irap, ora - conclude Castelli - la Regione agguanta anche la benzina, e getta ulteriormente nello sconforto i marchigiani».
Udc: «Desistere dall'intento di aumentare il prezzo della benzina» Il presidente del gruppo Udc in Regione, Luigi Viventi, ha presentato una mozione con cui impegna il governatore delle Marche a «desistere dall'intento di aumentare il prezzo della benzina, ma piuttosto di agire sul fronte della spesa razionalizzandola quanto più possibile in tutti i settori, in particolare nel settore sanitario, che da solo brucia più dell'80% delle risorse del bilancio». L'ipotesi, riferisce Viventi, è di «aumentare nell'anno 2008 il prezzo della benzina di 0,3 centesimi di euro al litro, pari a 5 delle vecchie lire, che significa, tradotto in numeri concreti, che dalle tasche dei marchigiani verranno sfilati ben 10 milioni di euro all'anno». Viventi evidenzia anche che «i cittadini marchigiani ancora pagano gli effetti della manovra finanziaria messa in atto nel 2001, con la quale sono state aumentate la tassazioni relative al bollo auto, all'addizionale Irpef ed all'Irap». Aumentando la benzina, a suo avviso «ci si ritroverebbe di fronte a un'ennesima disparità di trattamento tra i marchigiani e il resto d'Italia; in un momento in cui il caro petrolio ha fatto salire alle stelle il prezzo della benzina, sembra del tutto inopportuno procedere ad aumentarne ancora il costo anziché agire al ribasso con lo scopo di ammortizzare gli effetti di una così alta bolletta energetica. Sarebbe senza dubbio possibile ottenere risparmi ancora più consistenti prendendo atto - conclude Viventi - del fallimento dell'Asur e procedendo a riformare il sistema sanitario regionale».