Avrebbe in precedenza picchiato compagni e si sarebbe scagliato contro un'insegnante
Sul fatto, accaduto il 18 ottobre, indaga la procura dei minori di Ancona, dopo che alcuni genitori hanno riferito l'accaduto ai carabinieri e si sono rifiutati di far tornare i figli a scuola il giorno successivo. L'episodio di giovedì sarebbe solo l'ultimo exploit di un bambino la cui presenza in classe è stata problematica fin dal primo giorno di scuola. Figlio di una famiglia pugliese da poco trasferitasi nelle Marche, il bimbo, dieci anni non ancora compiuti, avrebbe in precedenza picchiato vari compagni e si sarebbe scagliato perfino contro un'insegnante. La direttrice didattica aveva chiesto l'intervento dei servizi sociali in modo che un assistente materiale seguisse l'alunno durante le lezioni, ma non aveva informato le forze di polizia. «La scuola - ha commentato oggi il pm dei minori Ugo Pastore - non deve avere la pretesa di essere l'esclusiva depositaria della responsabilità e della competenza educativa, soprattutto in casi come questi, in cui vale l'obbligo di denuncia, come ha ricordato anche di recente il ministro della pubblica istruzione». La segnalazione va fatta sempre «anche se l'alunno è molto piccolo e dunque non imputabile, anche perché il suo disagio può essere affrontato con interventi sulla famiglia o altre misure e che non competono alla scuola». I carabinieri hanno sequestrato il materiale oggetto della bravata, e altri accertamenti verranno condotti presto. Più in generale, il caso di Marzocca ripropone secondo il pm un tema su cui si riflette poco: «l'immigrazione interna, non extracomunitaria ma da altre regioni italiane, generalmente del sud, di bambini e ragazzi che a volte non si sentono accettati, non si integrano. Fino a fare gruppo a sé nel caso dei ragazzi più grandi, magari rendendosi protagonisti di atteggiamenti violenti». Aggressioni e intemperanze da parte sua sarebbero state frequenti, ma secondo Fulvia Principi, la dirigente scolastica, l'episodio del 18 ottobre andrebbe in parte ridimensionato. Il bambino, sostiene Fulvia Principi, «ha sbattuto la porta della classe e la maniglia è caduta da sola, non l'ha presa a martellate». Poi ha afferrato un paio di forbici e un martello, chiusi a chiave in un armadietto, e ha minacciato le due maestre presenti e i compagni, calmandosi subito però al suono della campanella. Nella prima informativa di sequestro del materiale consegnata dai carabinieri al pm di minori c'é però scritto che il bimbo ha chiuso a chiave la porta, ha rotto la serratura, e con le chiavi dell'armadietto che aveva rubato poco prima da un cassetto lasciato aperto ha preso martello e forbici, mettendosi a gridare «Non fatemi arrabbiare! altrimenti vi faccio male, vi spacco la testa...». Dal 13 settembre scorso, primo giorno di scuola, il bambino ha frequentato le lezioni solo per 17 giorni, accumulando tante assenze. Ieri il pm Ugo Pastore aveva stigmatizzato la scuola per non aver informato le forze di polizia di quanto stava accadendo alla 'Milani', ma la dirigente scolastica replica di non aver avuto la pretesa di risolvere il problema fra le mura scolastiche. «Ho avvisato i Servizi sociali del Comune, l'Ufficio scolastico regionale, e quanto prima invierò una relazione completa anche alla procura». «I reati - ribatte stamani Pastore - restano tali anche se a commetterli è un bambino non imputabile: in questo caso parliamo di sequestro di persona e minacce aggravate» con un rischio evidente per compagni e insegnanti del piccolo. Sulla vicenda la procura aprirà un procedimento civile: chiederà una consulenza psicologica sul bimbo, anche per valutare se farlo seguire da una struttura specifica.