Polizia provinciale, la lotta al bracconaggio

Polizia provinciale, la lotta al bracconaggio

Troppi cacciatori a Campolungo, area subito chiusa

Tali macchinari erano utilizzati per riprodurre il verso della quaglia femmina. Dopo aver individuato le apparecchiature, gli agenti hanno effettuato appostamenti per alcuni giorni riuscendo infine a identificare due persone che si muovevano nelle vicinanze di alcuni di questi dispositivi: si tratta in sostanza di vecchi registratori a cassetta collegati a impianti di amplificazione e alimentati da vecchie batterie di auto in grado di attirare i maschi di quaglia, presenti nella zona in questo periodo dell’anno favorevole alla nidificazione. Questo metodo di cattura, vietato per legge, consente ai bracconieri di catturare dai 20 ai 30 esemplari al giorno spesso usando il metodo della “rete sopraerba”, cioè una rete posta immediatamente sopra il dispositivo di amplificazione dello stridio che intrappola i volatili. L’etica venatoria e la incolumità pubblica sono prioritarie: questa è la motivazione di fondo che ha indotto il Servizio Risorse Naturali della Provincia a disporre la chiusura all’attività di caccia di un piccolo territorio in zona Campolungo del comune di Ascoli, da poco riaperto a seguito di richieste unanimi dal mondo venatorio. Sebbene la notizia della riapertura non fosse stata ufficializzata, da subito quest’area è stata presa d’assalto da cacciatori che non hanno tenuto conto dei limiti rappresentati dalle colture agricole intensive, dalle vie di comunicazione e dalle abitazioni circostanti l’area: ciò ha portato a registrare  una densità di cacciatori spropositata ed insostenibile. Gli agenti della Polizia Provinciale sono intervenuti immediatamente per un’azione di prevenzione ed hanno subito dopo redatto una relazione che ha portato al provvedimento di chiusura.