Ahmetovic, la difesa chiede il minimo della pena

Ahmetovic, la difesa chiede il minimo della pena

«Il test alcolemico non può essere considerato valido ai fini processuali»

Richieste accolte da un applauso ironico e dai fischi dei familiari delle giovani vittime. Ahmetovic è rimasto in silenzio e non si è avvalso della facoltà di rendere dichiarazioni spontanee. «Questa è la legge - ha esordito Franchi, dedicando parte dell'arringa al dolore e alle proteste dei familiari dei giovani uccisi - per cambiarla rivolgetevi ai legislatori che mandate a Roma, non è colpa degli avvocati, dei magistrati inquirenti o dei giudici se le leggi sono queste». Franchi ha anche sottolineato il comportamento "collaborativo dell'imputato", e il fatto che «nonostante lui, io e il gip abbiamo ricevuto tutti ripetute minacce di more, non abbiamo invocato lo spostamento della sede del processo». Il rom è pentito, ha sostenuto il legale, e anche il padre e la comunità rom lo hanno redarguito per quanto ha fatto. Per il capo di imputazione relativo all'omicidio colposo plurimo, Franchi ha invitato il giudice ad applicare il minimo della pena, riconoscendo ad Ahmetovic le attenuanti generiche. Il legale ha sollecitato poi l'assoluzione del rom (perché il fatto non sussiste o non costituisce reato) per gli altri due capi di imputazione, la resistenza e la guida in stato di ebbrezza. In subordine, ha chiesto anche in questo caso la pena minima. Secondo il difensore, il test alcolemico cui il rom venne sottoposto al pronto soccorso, subito dopo la strage, non può essere considerato valido ai fini processuali perché condotto senza l'assenso dell'imputato, e per sottoporlo alle terapie del caso. Franchi ha contestato anche che il suo assistito fosse un bevitore abituale: «A sostegno di questa tesi - ha detto - c'è solo una relazione del medico del carcere di Marino del Tronto, basata su un valore 'aspecifico' come il dato relativo all'emoglobina». Non attendibili, secondo il legale, sarebbero anche le testimonianze dei baristi che la sera dell'incidente videro il rom ubriaco: «Ahmetovic ha 11 fratelli - ha argomentato il legale - ci vorrebbe un riconoscimento ufficiale per essere certi che i testimoni videro proprio lui». Infine, il reato di resistenza a pubblico ufficiale «non esiste - secondo il difensore - perché dopo l'incidente Ahmetovic non era neppure in grado di reggersi in piedi: come hanno testimoniato i carabinieri, ha solo cercato di non farsi adagiare su un lettino, niente di più».