la prima udienza del processo, il giudice Marco Bartoli consentirà l'accesso in aula solo alle parti in causa, a stampa e tv, e a non più di venti persone del pubblico. Una scelta che fa seguito ai numerosi episodi di intimidazione avvenuti in questi sei mesi, un periodo vissuto da parenti e amici dei quattro 'ragazzi del muretto' con dolore e rabbia mai sopita. Lo testimoniano i due attentati incendiari commessi da ignoti contro l'ex campo nomadi di Appignano, la turbolenta prima udienza del processo, quando, il 9 luglio scorso, alcuni fra parenti e amici insultarono e cercarono di aggredire Ahmetovic, il suo legale, l'avv. Felice Franchi. E perfino una ragazza amica dell'imputato che dal fondo dell'aula aveva 'osato' indirizzare frasi di solidarietà al rom, suo amico. Da ultimo, il clima si è fatto ancora più incandescente con le due lettere piene di insulti fatte recapitare al giudice delle indagini preliminari Annalisa Gianfelice, e le scritte minatorie all'indirizzo di Ahmetovic e dell'avv. Franchi tracciate da qualcuno sui muri di quel che resta del campo rom. Il 23 settembre poi, c'è stata una manifestazione di parenti e amici delle quattro vittime e militanti di Fn davanti al residence dove l'imputato sconta gli arresti domiciliari. Una misura che gli è stata concessa dal giudice Bartoli in relazione all'omicidio colposo dei quattro ragazzi (con il parere favorevole del pm) e dal gip Gianfelice per la tentata rapina alle poste di Maltignano del 10 novembre del 2006, confessata dal rom. Per quest'ultima però la procura ha impugnato la decisione davanti al Tribunale del riesame, che esaminerà il ricorso del pm Ettore Picardi il 12 ottobre. Nel frattempo, oggi, a sei mesi dalla strage, l'amministrazione comunale di Ascoli Piceno ha deciso di dar seguito a una decisione adottata ben prima dell'incidente, affinché le due costruzioni, usate dai nomadi come abitazione nel ex campo di Valle Orta, siano alienate e l'area venga bonificata.