Il Tribunale sarà blindato. In programma una manifestazione di Forza Nuova
Unico scampato alla strage il fratello minorenne di Eleonora, che sei mesi dopo è ancora costretto a camminare con le stampelle. Dando l'assenso al deposito degli atti, la difesa del rom ha rinunciato all'audizione dei testimoni citati, per cui, chiusa con la seconda udienza la fase dibattimentale, domani è in programma la discussione. Al termine, il giudice Marco Bartoli, subentrato al collega Emilio Pocci, che si è astenuto dopo la prima udienza, si ritirerà in camera di consiglio per scrivere la sentenza. Nel caso in cui la discussione dovesse concludersi nel pomeriggio inoltrato, il processo verrebbe rinviato al 9 ottobre. Scontata la condanna per omicidio colposo plurimo di Ahmetovic, che viene giudicato con rito immediato su richiesta del pm Carmine Pirozzoli. Da stabilire c'è solo la misura della pena, legata a come il giudice "peserà" le aggravanti a carico dell'imputato (guida in stato di ebbrezza e previsione dell'evento) e le attenuanti (la giovane età del rom ed il fatto che è incensurato). L'avvocato difensore Felice Franchi punta ovviamente a far prevalere le attenuanti sulle aggravanti. Ad ogni buon conto però la condanna dovrebbe attestarsi attorno ai quattro anni di reclusione. E' anche possibile che Ahmetovic, agli arresti domiciliari, chieda di rendere dichiarazioni spontanee per invocare il perdono dei familiari delle vittime. Il Tribunale di Ascoli domani sarà blindato, in vista dell'ultima udienza del processo al rom. Carabinieri e polizia saranno presenti in forze, anche per vigiliare sulla manifestazione annunciata davanti al Palazzo di giustizia dal movimento di ultradestra Forza Nuova, e dal suo segretario nazionale Roberto Fiore. Per evitare disordini, come quelli che hanno contrassegnato la prima udienza del processo, il giudice Marco Bartoli consentirà l'accesso in aula solo alle parti in causa, a stampa e tv, e a non più di venti persone del pubblico. Una scelta che fa seguito ai numerosi episodi di intimidazione avvenuti in questi sei mesi, un periodo vissuto da parenti e amici dei quattro 'ragazzi del muretto' con dolore e rabbia mai sopita. Lo testimoniano i due attentati incendiari commessi da ignoti contro l'ex campo nomadi di Appignano, la turbolenta prima udienza del processo, quando, il 9 luglio scorso, alcuni fra parenti e amici insultarono e cercarono di aggredire Ahmetovic, il suo legale, l'avv. Felice Franchi. E perfino una ragazza amica dell'imputato che dal fondo dell'aula aveva 'osato' indirizzare frasi di solidarietà al rom, suo amico. Da ultimo, il clima si è fatto ancora più incandescente con le due lettere piene di insulti fatte recapitare al giudice delle indagini preliminari Annalisa Gianfelice, e le scritte minatorie all'indirizzo di Ahmetovic e dell'avv. Franchi tracciate da qualcuno sui muri di quel che resta del campo rom. Il 23 settembre poi, c'è stata una manifestazione di parenti e amici delle quattro vittime e militanti di Fn davanti al residence dove l'imputato sconta gli arresti domiciliari. Una misura che gli è stata concessa dal giudice Bartoli in relazione all'omicidio colposo dei quattro ragazzi (con il parere favorevole del pm) e dal gip Gianfelice per la tentata rapina alle poste di Maltignano del 10 novembre del 2006, confessata dal rom. Per quest'ultima però la procura ha impugnato la decisione davanti al Tribunale del riesame, che esaminerà il ricorso del pm Ettore Picardi il 12 ottobre. Nel frattempo, oggi, a sei mesi dalla strage, l'amministrazione comunale di Ascoli Piceno ha deciso di dar seguito a una decisione adottata ben prima dell'incidente, affinché le due costruzioni, usate dai nomadi come abitazione nel ex campo di Valle Orta, siano alienate e l'area venga bonificata.