/Distretto agroalimentare, a novembre in Consiglio
Distretto agroalimentare, a novembre in Consiglio
Venti le industrie consultate, sei le osservazioni pervenute da istituzioni e associazioni di categoria
sarà sottoposto entro novembre all’esame del Consiglio e, se approvato, sarà presentato alla Regione per la ratifica e l’istituzione. «Il percorso è stato condiviso con gli imprenditori e con le associazioni di categoria – commenta l’assessore alle attività produttive, Orazio Di Marcello – e i tempi di approvazione saranno assolutamente celeri. Contiamo di essere operativi entro giugno dell’anno prossimo». Venti le industrie consultate, sei le osservazioni pervenute da istituzioni locali e associazioni di categoria. «Rispetto all’organismo di gestione – continua Di Marcello – c’è un’ampia convergenza sulla necessità di una formula snella, una società di capitali, magari con un amministratore unico e un comitato di direzione». Della cabina di regia, appositamente costituita dalla Provincia, fanno parte imprenditori, rappresentanti di associazioni di categoria, dell’Università e delI’Istituto Zooprofilattico. Il Distretto Agroalimentare di Qualità ha come obiettivo quello di sostenere i sistemi produttivi locali nei settori dell’ agricoltura, dell’ agroalimentare e della pesca, valorizzando le produzioni locali, quelle certificate e le eccellenze industriali. Così come ipotizzato, il Distretto, è ricompreso in 21 Comuni – Alba Adriatica, Ancarano, Bellante, Castellalto, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Morro D’Oro, Mosciano sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Pineto, Roseto, Sant’Egidio, Sant’Omero, Silvi, Teramo, Torano, Tortoreto - In questa area si concentrano l’81,68% delle aziende di trasformazione e distribuzione e l’83% degli occupati. Le imprese agricole registrate sono circa 7000 e rappresentano il 20% del totale con 5400 addetti e un fatturato di 162 milioni di euro; oltre 4 mila sono gli occupati dell’industria alimentare con 290 milioni di euro. 215 sono le imprese della pesca, con 280 imbarcazioni e 4 mila occupati. Un fatturato di 26 milioni di euro. (Fonti Istat-Cresa-Ccia-Istituto Tagliacarne). Nell’area del Distretto sono presenti, inoltre, i centri di ricerca e formazione: l’Università – con le sue sedi di Veterinaria e Agraria – l’Istituto Zooprofilattico. Cinque le filiere individuate: quella vitivinicola, quella oli-olearia, quella zootecnica, quella ittica e quella ortofrutticola. L’obiettivo è quello di raggiungere e rendere riconoscibile sui mercati una “eccellenza produttiva” fortemente collegata ad un territorio, quello teramano. Un obiettivo che si vuole raggiungere: integrando la filiera rurale con quella agroalimentare: stimolando la collaborazione fra le grandi aziende di trasformazione - che possono realizzare linee di nicchia usando il prodotto locale; realizzando, anche grazie all’Università e allo Zooprofilattico, un sistema di formazione continua degli addetti; contrattando spazi e condizioni per i prodotti del Distretto con la grande distribuzione.