Foce, nasce un “Centro di studio dell’acqua”

Foce, nasce un “Centro di studio dell’acqua”

Prosegue la riflessione sul tema anche alla luce della carenza idrica che questa estate

Sulla scorta dell’importante convegno nazionale dello scorso anno “Acqua, sangue della terra”, tenutosi sempre nella piccola frazione ai piedi del monte Vettore, è infatti proseguita la riflessione su questo bene primario anche alla luce della carenza idrica che questa estate ha portato al razionamento in tutta la Provincia. Dal confronto sono emerse essenzialmente due necessità: da un lato, una più attenta programmazione del territorio votata alla salvaguardia dello stesso, dall’altro la necessità di avere a disposizione una serie di dati, condivisi da tutti gli attori del territorio, dai quali partire proprio per pianificare l’uso delle risorse. A tal proposito, il sindaco di Montemonaco Liberato Vittorio Sansonetti ha ricordato come, da Foce di Montemonaco sgorghi ben il sessanta per cento delle risorse idriche che riforniscono tutta la Provincia. Da qui nasce la richiesta di una maggiore tutela ma anche maggiori investimenti, soprattutto da un punto di vista infrastrutturale, senza dimenticare l’aspetto turistico - naturalistico che più divenire un volano per sostenere e rilanciare quei luoghi. Sulla necessità di una migliore pianificazione è tornato il neo presidente del Parco Nazionale dei Sibillini Massimo Marcaccio, il quale ha sottolineato come sia in dirittura d’arrivo l’adozione del piano del Parco, visto che ad ottobre scadrà il termine per presentare osservazioni. Gli ha fatto eco il Presidente dell’Ambito territoriale ottimale n. 5 Stefano Stracci che ha evidenziato come anche la redazione del Piano d’ambito sia in dirittura d’arrivo dopo un percorso partecipato che ha coinvolto tutti i Comuni dell’Ambito. Un vivace dibattito ha preso vita sulle cifre della dispersione idrica esposte del presidente Stracci: «Avere dei dati certi è impossibile – ha sottolineato Stracci - ma stimiamo che si possa aggirare intorno al 20/30%. Occorrerebbe vivisezionare il nostro territorio come fosse un corpo umano ma ciò non è fattibile allo stato attuale». Poiché, tra i qualificati partecipanti, qualcuno ha ipotizzato che tale dispersione arrivi al 50%, è emersa in tutta la sua urgenza la necessità di avere un quadro più adeguato della situazione, definita comunque “comatosa” sia da Marco Stevanin, coordinatore del progetto Valdaso, sia da Eriberto Eulisse, direttore del Centro internazionale “Civiltà dell’Acqua”. «L’intenzione è quella di creare proprio su questo territorio un Centro studi sulle acque – ha proposto l’assessore provinciale all’Agricoltura Avelio Marini – coinvolgendo figure qualificate sia del territorio, ma anche esperti esterni ad esso, che possa divenire un mezzo per lo scambio di informazioni». Su questo tema una parola importante è venuta dal Presidente della Provincia Massimo Rossi: «L’impegno per il prossimo anno – ha annunciato - è quello di portare dei dati certi dai quali partire per uno studio più approfondito del territorio. Senza un’apposita banca dati, fonte di conoscenza, è impossibile iniziare una benché minima pianificazione». Nel progetto sarà coinvolto il prof. Nanni, ordinario di geologia applicata dell’Università di Ferrara, presente nelle vesti di relatore nel convegno “Acqua, sangue della terra” dello scorso anno. A proposito di quel convegno tenutosi il 24 giugno 2006, la Provincia ha scelto l’appuntamento di Foce di Montemonaco per  presentarne gli atti, una pubblicazione di livello senz’altro scientifico proprio per la qualità degli interventi di autorevoli esperti intervenuti suffragati da immagini e casi concreti (si può richiederne copia all’assessorato provinciale alle Attività Produttive - tel. e fax 0736-277338, mail: filieracorta@provincia.ap.it oppure si può scaricare dal sito www.filieracorta.org ). L’evento è stato coronato da successo anche negli altri due appuntamenti previsti a corredo della tavola rotonda: la gustosa anteprima della “Cena dei Negromanti”, inserita nel “Circuito delle Cucine Tipiche del Piceno” promosso dall’Assessorato provinciale al Turismo, e l’escursione guidata al lago di Pilato che, domenica mattina, ha visto la partecipazione di circa 50 persone.