Sgl Carbon, subito i centri di ricerca per il rettore Esposito

Sgl Carbon, subito i centri di ricerca per il rettore Esposito

Di riconversione si tornerà a parlare lunedì 24 settembre in una nuova seduta del Consiglio

ma anche appassionante vicenda della riconversione della SGL Carbon. Non è per caso che non mi limito a scrivere “dell’area” su cui la realtà produttiva SGL Carbon insiste, ma di proposito mi riferisco a tutt’intera quell’azienda che - l’ho imparato da voi e dai miei colleghi che hanno voluto con accorta lungimiranza dedicarle una riuscitissima mostra-evento - rappresenta tanta parte della storia della Città di Ascoli.
Ho partecipato con attenzione ed interesse alla seduta aperta del Consiglio Comunale di ieri, 17 settembre. Ma non ho potuto fare a meno di riandare con la memoria (c’eravate anche voi) all’Assemblea, tenutasi nei locali dell’Azienda il 28 ottobre del 2005, a seguito degli eventi che annunciavano l’ormai certo destino dell’antica fabbrica verso la chiusura.
L’idea che mi sembrava, che ci sembrava, ‘vincente’, quella di trasformare una crisi profonda in un’occasione di sviluppo e rilancio per tutto un territorio era nata da pochi giorni. Era un momento difficilissimo per decine di lavoratori e per le loro rappresentanze sindacali. Eppure ricordo ancora con CONSIGLIO COMUNALEcommossa ammirazione l’immediata loro adesione, il loro genuino entusiasmo per un’idea che, nel suo carattere innovativo rispetto anche ai tradizionali, legittimi e rispettabili strumenti di protezione che s’invocano in questi casi, era certamente piena di rischi e povera di certezze e di garanzie. Ebbene, quell’idea ha camminato, inizialmente ad una velocità che sembrava aver convinto anche i numerosi scettici (curiosamente, più numerosi tra gli ‘spettatori’ che non tra i diretti interessati), poi però il passo ha vistosamente rallentato, l’entusiasmo ed il fervore si sono attenuati: insomma, ve lo dico con grande franchezza, ho avuto ed ho l’impressione che la tecnica, o forse i tecnicismi, abbiano preso il sopravvento sulla Politica, intendendo qui quella che si esercita nel modo più nobile, trovando soluzioni nuove a problemi nuovi (il resto è amministrazione).
Nella seduta di ieri ho sentito, e non è la prima volta, che non si può e non si deve far niente finché non sia stata completata la caratterizzazione dei livelli d’inquinamento nell’intera area (27 ettari!). A parer mio, è vero esattamente il contrario: si può e si deve fare tutto ciò che le norme consentono perché la ‘nostra’ idea riprenda a camminare. Ci sono certamente delle superfici nel perimetro Carbon che, per unanime riconoscimento e sulla base di dati certi, non hanno problemi di inquinamento e quindi di bonifica. Perché allora, sfruttando tutti gli strumenti disponibili (compresa la linea d’azione ‘Capacities’ del 7° Programma Quadro, specificamente deputata alla realizzazione di infrastrutture di ricerca), non cominciamo a realizzare su quelle superfici un primo embrione di una nuova realtà produttiva, che stavolta non produca elettrodi di carbonio, ma idee, idee anche su come eliminare gli esiti che decenni di produzione hanno lasciato in quell’area?
Sappiamo, per quello che abbiamo visto nelle nostre esperienze di questi ultimi anni, che le tecnologie avanzano con velocità imprevedibile. Perché dunque non immaginare di poterle sfruttare anche per rimediare alle dannose eredità che le tecnologie vecchie ci hanno lasciato sulle spalle? Anziché consumare tempo e denaro discutendo senza fine e progettando interventi di bonifica affidati alle tecnologie disponibili oggi (e dunque già vecchie), perché non sviluppare quasi simbolicamente - in quell’area e subito - un’attività di ricerca su nuove forme, più efficaci ed efficienti, di bonifica di questo ed altri siti inquinati? E non sarebbero proprio le maestranze (ormai ridotte a poche unità, purtroppo) della SGL Carbon i tecnici più qualificati per essere inseriti in questo ‘progetto di ricerca’, che potrà a sua volta generare una nuova impresa, specializzata in questi interventi (un esempio finalmente vero dell’attività di spin off, di cui tanto si parla, ma che poco si pratica)?
A questa prima iniziativa, ne potrebbero seguire e se ne potrebbero affiancare altre; a questo tipo di attività di ricerca applicata si potrebbe facilmente associare, anzi, sarebbe ‘per natura’ associata un’attività di formazione/riqualificazione da mettere al servizio non solo del gruppo di lavoro, ma di tutto il territorio ed in prospettiva con orizzonti anche più vasti, fino alla realizzazione di un vero e proprio centro di eccellenza.
Ora che sto concludendo, mi rendo conto che non vi ho scritto niente di nuovo; vi ho solo raccontato di nuovo la ‘nostra’ idea, ma raccontandola un’altra volta mi sono ancora di più convinto che è una buona idea ed è un peccato perderla per strada, smarrita in un labirinto inestricabile di tecnicismi, da sempre nemici della Politica, quella buona, quella vera».

Con la stima di sempre,
Fulvio Esposito
Rettore Università di Camerino

Occorre volare alto e cambiare l'approccio culturale per vincere la sfida
Ieri il consiglio comunale aperto sul tema della "Riconversione della Sgl Carbon" ha evidenziato elementi che possono apparire inconciliabili tra loro: celerità dei tempi e concretezza pungolate dallo spettro della disoccupazione e un dibattito ampio con i cittadini sulle cose da fare in quell'area. Quella scelta la città e l'intero territorio se la porterà sulle spalle per i prossimi cento anni. Come è stato all'epoca dell'insediamento della Sice. Varrà l'implosione o un'esplosione virtuosa. Un rinascimento del capoluogo a servizio di un'area più vasta chiesto ormai a gran voce o l'aborto di una speranza. Achille Buonfigli, presidente del Cup (consorzio universitario piceno) sul tavolo scodella idee chiare e di matrice europea, freddi numeri poco contestabili. «Le cifre del Rapporto Figel (commissario UE alla cultura) indicano che il fatturato dei settori culturali e creativi nell'Europa a 30 paesi - dice Buonfigli - nel 2003 ha superato i 654 miliardi di euro: il 2,6% del pil contro il 2,1 del settore immobiliare, il 2,3 del settore della chimica e della gomma. Il trend è in crescita. La riqualificazione dell'archeologia industriale nel nord Europa ha avuto uno spazio notevole. In Italia è stato frenato. Per l'area Sgl Carbon occorre fissare la vocazione sulla base di questi elementi. Ma deve essere un progetto alto per poter competere. Questi spazi non vanno pensati solo per la produzione, ma con utilizzo misto. Il dibattito deve scendere nelle strade, nelle piazze». Poco prima il presidente della Provincia Massimo Rossi, da sempre sostenitore di una novella Città della Scienza, che scommette ancora sull'innovazione e la sostenibilità di un progetto nelle energie alternative in quell'area. Rossi ribadisce l'esigenza di accelerare e gli impegni contenuti nel protocollo d'intesa al sindacato e ai lavoratori (Antonio Angelini segretario provinciale della Cisl e Claudio Stipa della Rsu Sgl Carbon) sull'emergenza occupazionale. Rassicura anche circa le preoccupazioni degli ambientalisti, Paolo Prezzavento di Legambiente e l'avvocato Francesco Ciabattoni, sul fatto che la bonifica è a carico dell'azienda e si è al termine del piano di caratterizzazione, anzi in anticipo. L'azienda lo presenterà un mese prima del previsto dopodiché ci sarà l'analisi di rischio e l'inizio della bonifica vera e propria. Il presidente della Provincia spazza via ipotesi che non esistono negli studi del Consorzio Ferrara Ricerche circa la parte edilizia: fantasie i 1.200 appartamenti. Aspro l'intervento del vice presidente della Regione Marche Luciano Agostini. «Di fronte ad una nuova apertura di mobilità per 43 lavoratori - dice Agostini - occorre richiamare agli impegni presi nel protocollo d'intesa. L'azienda non può spremere il limone fino all'ultima goccia, faccia la sua parte come la fanno le istituzioni. Come diceva Giorgio Rocchi nell'intervento d'apertura, non c'è solo l'asse 5 per attingere a risorse per l'area Carbon, ma anche parte dei 16 milioni di euro, una misura quasi chiusa perchè non venga utilizzata solo dalla raffineria Api, per la bonifica della Sgl Carbon. Ma l'azienda deve assumere un livello stringente sul mantenimento dei livelli occupazionali e chi deve decidere sulla parte urbanistica dell'area lo faccia subito, non abbiamo tempo. Sul centro di ricerca non mi faccio grandi illusioni. Parliamo di cose concrete quanto a innovazione da applicare alla realtà produttiva con il coinvolgimento delle imprese locali». A fine serata, su proposta del senatore Ciccanti, il Consiglio è stato sospeso. Oggi la riunione dei capigruppo deciderà per una nuova convocazione del Consiglio aperto, probabilmente lunedì 24. Slitteranno quindi gli altri punti all'ordine del giorno: Monticelli e Bilancio.