Spacca: «Dieci anni spesi bene per una ricostruzione di qualità»
«Ringraziamo il Presidente Napolitano - ha dichiarato il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca - che ha voluto accogliere il nostro invito in una circostanza tanto importante per la vita della nostra comunità. La sua autorevolissima presenza riporterà all’attenzione generale quei valori di responsabilità, solidarietà che permisero il rilancio del nostro territorio così duramente colpito dal terremoto. Quel 26 settembre 1997 mise a dura prova la capacità della nostra comunità nell’affrontare un’emergenza su cui seppero ritrovarsi le migliori virtù dei marchigiani. Lo ‘stare insieme’ di quei giorni successivi al sisma, tra cittadini, istituzioni, imprese, tecnici, comitati, associazioni, consentì di vincere la sfida dell’emergenza, la scommessa della ricostruzione e del rilancio dello sviluppo: una sinergia di solidarietà e competenze che ha prodotto eccellenti risultati ed alimentato l’unità del territorio. La comunità intera ha saputo reagire in modo esemplare, respingendo disperazione e rassegnazione, con una mobilitazione animata da una fortissima volontà di coesione. Le cronache dei secoli scorsi documentano profili temporali che occuparono svariati decenni per ripristinare condizioni di normalità dopo sismi analoghi. Nelle Marche sono trascorsi 10 anni e la vita della nostra comunità sconvolta dal sisma ha ritrovato una sostanziale normalità, per cui possiamo davvero dire: 10 anni spese bene. Ricordare il decennale, significa allora non dimenticare, ma anche testimoniare che la ricostruzione è stata ben fatta, pensando non solo all’oggi ma anche al domani; si è sviluppata con rigore, trasparenza e responsabilità, secondo un modello scientifico preso a riferimento a livello nazionale per efficacia, sicurezza e tempestività degli interventi. La Regione Marche - prosegue Spacca – ha saputo valorizzare ogni forma di collaborazione: con il Governo nazionale, per impostare una specifica normativa di intervento snella ed efficace; con gli Enti locali, i tecnici, i comitati di cittadini colpiti dal sisma, le forze sociali, le categorie economiche, secondo un modello di sussidiarietà e responsabilizzazione delle comunità locali che nel corso del tempo si è dimostrato uno dei principali punti di forza della ricostruzione». Tale impegno portò all’emanazione della legge n.61 del 1998, la prima normativa quadro statale specifica per il terremoto, a cui seguirono altri provvedimenti. Si attivarono i benefici della sospensione degli oneri fiscali e previdenziali (busta pesante) delle popolazioni e delle imprese. Si aiutarono le famiglie, si sostennero i Comuni, si avviò la ricostruzione degli edifici privati, dei beni culturali, delle chiese, dei municipi e delle scuole. Vennero attivate forme moderne di finanziamento anche attraverso l’utilizzo di fondi europei e di strumenti finanziari internazionali. Furono avviati progetti specifici per il rafforzamento delle economie dei distretti più colpiti dal sisma, si avviò con l’Intesa istituzionale del 1998 il progetto del Quadrilatero del terremoto per il rafforzamento dei sistemi viari. Le iniziative del decennale, che si dipanano tra Marche e Umbria, si occupano della “rinascita” di un territorio sotto molteplici profili e sono aperte alla partecipazione di tutti i cittadini. L’evento centrale è rappresentato dalla cerimonia ufficiale, il 26 settembre a Colfiorito, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Quattro gli altri appuntamenti: il 21 settembre al Sacro Convento di Assisi, con il convegno su “Il recupero e il restauro del patrimonio culturale danneggiato dal sisma del 1997”; il 22 settembre, alla Rocca di Spoleto, il convegno su “La ricostruzione. Attività scientifiche e tecniche: analisi e prospettive”; il 25 settembre, all’Oratorio della Carità di Fabriano, il convegno su “Terremoto e sviluppo. La ripresa e il potenziamento delle attività produttive”; il 27 settembre, al Teatro Marchetti di Camerino, il seminario su “Le infrastrutture – 10 anni dopo”. Nelle Marche il terremoto ha danneggiato 22.000 edifici privati, 3.687 sono state le abitazioni principali evacuate di cui: 1.015 famiglie alloggiate in moduli abitativi, 2.111 famiglie in autonoma sistemazione. Danneggiati 2.385 edifici monumentali, 1.336 edifici pubblici, 341 infrastrutture, 213 dissesti idrogeologici. Risorse e interventi finanziati nella regione per 2.827 milioni di euro. Gli edifici privati ricostruiti sono l'87% del totale. Le chiese e i beni monumentali ricostruiti per l'85%. Finito l'80% delle opere pubbliche e il 96,9% delle attività produttive.