Il giorno dell'esame si vestivano allo stesso modo e ricevevano le soluzioni col cellulare
Alla prova si presentavano accompagnati da falsi candidati che dovevano aiutarli a rispondere ai test, erano vestiti tutti allo stesso modo per riconoscersi tra loro ed erano forniti di un cellulare nascosto con auricolare per ricevere dall'esterno le soluzioni. Il giorno dell'esame, infatti, i candidati dovevano essere vestiti con camicia bianca e pantaloni neri per essere riconoscibili. Arrivavano corredati di due telefonini, uno lo consegnavano all'ingresso, l'altro era nascosto anche nella biancheria intima e serviva a ricevere i dati grazie alla tecnologia bluetooth e a un auricolare. Quando veniva distribuito il test, c'era chi, tra i falsi candidati, si occupava di fare arrivare le domande all'esterno dove i "gruppi di ascolto", come li ha definiti il procuratore Emilio Marzano, inviavano le risposte. In caso di ammissione, poi, il candidato doveva versare una quota che poteva essere fino a quattro volte quella iniziale. Secondo Marco Pacetti, rettore dell'Università di Ancona, l'ufficio legale valuterà il da farsi e l'Università è pronta ad agire, rappresentata dall'Avvocatura dello Stato, "quando saranno state individuate le responsabilità". Ad Ancona, le Fiamme gialle di Bari hanno sequestrato oggi pomeriggio, presso la segreteria della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, gli elaborati dei test di ammissione sostenuti pochi giorni fa da circa 700 studenti, compresi i cosiddetti atti connessi, che permettono di passare dai nomi dei candidati ai numeri loro assegnati sulle schede, per assicurare lo scrutinio in forma anonima. A giudizio di Pacetti, le irregolarità rischiano di "ledere i diritti di quanti hanno sostenuto l'esame in modo lecito, senza aiuti, bloccando l'intera procedura" che potrebbe essere invalidata.