Raffineria Api, è scontro con i comitati cittadini

Raffineria Api, è scontro con i comitati cittadini

Secondo la Raffineria non esiste alcun rischio elettrico

L'impianto è a rischio black-out elettrico e quindi è necessario imporre alla società l'immediata realizzazione dei sistemi elettrici di sicurezza indicati nel Rapporti di sicurezza del 2000. Inoltre i due dicasteri «non devono autorizzare le due nuove centrali richieste dall'azienda, che fra l'altro avrebbe violato la legge Seveso II». I comitati fanno riferimento anche a un documento nel quale il dirigente Servizio ambiente e paesaggio della Regione Marche ha rilevato l'assenza di un sistema di funzionamento in isola, cioè tale da supplire ad eventuali carenze del Gestore della rete elettrica. Nel maggio scorso, in risposta ad una richiesta di chiariementi del consigliere regionale Massimo Binci, il dirigente regionale Antonio Minetti aveva concluso che «la situazione dell'alimentazione elettrica della raffineria non è ancora dotata della necessaria affidabilità operativa». Il presidente del comitato Villanova Loris Calcina ha rilevato che «una tale circostanza contrasterebbe con quanto dichiarato nel rapporto di sicurezza 2000, e che violerebbe la legge Seveso II. I residenti - ha aggiunto Calcina - avevano già avuto sentore di queste carenze con i ripetuti black-out e disservizi elettrici verificatisi dal giugno 2002 al 29 gennaio scorso, riconosciuti anche dall'Arpam. Eventi che, come rilevato a suo tempo anche dall'ispettorato regionale dei vigili del fuoco, se ripetuti, potrebbero mettere a serio rischio l'integrità delle strutture di processo e ausiliarie della raffineria». I comitati di Villanova e Fiumesino hanno quindi presentato un esposto alla procura anconetana perché indaghi su eventuali violazioni di questo genere e chiarisca le possibili responsabilità nell'adempimento egli impegni fissati anche dal decreto che ha rinnovato la concessione all'Api. Per superare il problema, il funzionario regionale ha suggerito tre soluzioni: realizzare una centrale da 60 mhw al servizio della raffineria, che bruci il gas prodotto; creare un sistema in isola con gli assetti impiantistici attuali; alimentare la raffineria da due punti indipendenti della rete nazionale. «I comitati però - ha spiegato Calcina - ritengono impensabile che possa essere autorizzata una nuova centrale per ovviare a carenze che persistono da anni. Occorrerebbe piuttosto - ha concluso - sanzionare la supposta violazione della legge Seveso II, conseguente a quella del Rapporto di sicurezza 2000». La Raffineria Api, da parte sua, respinge con decisione «le illazioni su supposte violazioni della Legge Seveso II e delle prescrizioni del Comitato tecnico regionale in relazione all'affidabilità dell'approvvigionamento elettrico e ai relativi aspetti di sicurezza» segnalate dai comitati cittadini di Falconara. E assicura che l'impianto di Falconara non corre alcun rischio di black-out.  «L'azienda - afferma una nota - ha provveduto a soddisfare tutte le prescrizioni impartite dal Ctr a seguito dell'istruttoria del Rapporto di sicurezza del 2000». E nell'ambito dell'istruttoria del Rapporto di sicurezza 2004, Api raffineria «ha fornito ulteriori chiarimenti sul sistema di assetto ad isola, che si instaura a seguito del distacco dello stabilimento dalla rete elettrica nazionale, in occasione di black-out elettrici o eventi similari, consentendo agli impianti il proseguimento della loro attività in auto-alimentazione. In particolare l'analisi dell'affidabilità dell'intero sistema di approvvigionamento elettrico è stata completata recentemente attraverso studi specifici di enti autorevoli in materia. Esistono inoltre ulteriori sistemi di sicurezza che gestiscono gli impianti nel caso di improvvisa mancanza di energia elettrica nello stabilimento. L'Api continuerà ad operare nel rispetto della norme di sicurezza e in stretto contatto con gli organi tecnici di controllo». L'azienda auspica dunque che non ci siano «interventi esterni pretestuosi e strumentali, che generano esclusivamente confusione e apprensione immotivata».

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