La struttura è stata posta sotto sequestro giudiziario dalla Procura di Ascoli
A parte le prefinali di Miss Italia e alcuni eventi svolti ultimamente, in precedenza esso ha davvero meritato l’appellativo di “cattedrale nel deserto”. Il centrosinistra si è sempre battuto contro il passaggio del Palacongressi ai privati. La procedura è stata avviata con delibera della giunta Martinelli del 10 settembre 2004, ed è stata portata praticamente a termine dalla stessa amministrazione. A quel punto, il compito di una forza di governo come il centrosinistra dopo le elezioni del maggio 2006, al di là delle posizioni di partenza, era quello di valutare la situazione esistente, allo scopo di ottenerne un vantaggio o almeno limitarne l’impatto negativo di quello che poteva apparire come un danno alla città. Di qui l’intuizione di un “Patto per lo sviluppo” intorno al Palacongressi, puntando a valorizzare la parte convegnistica e congressuale rispetto a quella cinematografica. Attorno a questo progetto abbiamo chiamato non soltanto chi aveva in concessione il Palacongressi, ma anche le forze economiche e sociali della città, in un confronto che potesse trovare d’accordo tutti. Questa ci è sembrata una strada ragionevole per la città, e compatibile con un atto come il project sul Palacongressi portato alle soglie della sua piena efficacia. Alcuni di quelli che hanno promosso questo project e l’hanno votato il 10 settembre 2004 oggi sostengono che “bastava” pagare la penale di 500 mila euro per annullare il provvedimento. Altri mentono sapendo di mentire, e con infinita spudoratezza affermano di aver sempre avversato il progetto del Palacongressi ai privati, avendolo invece sostenuto con pensieri opere e omissioni. Quanto all’ira del sindaco Gaspari, essa era motivata da alcuni precedenti, tra i quali una notizia priva di fondamento, pubblicata il 26 giugno scorso su una testata locale, che ha indotto la Procura ad una smentita ufficiale, pubblicata il 29. Il provvedimento sul Palacongressi, poi, così grave per la città di San Benedetto, è stato pubblicato e dato come fatto certo addirittura in assenza di firma del Gip. Di qui l’ovvio sconcerto non solo del sindaco ma di tutti noi che amministriamo la città, cercando quotidianamente per San Benedetto le soluzioni migliori e provando a scongiurare i possibili rischi. La gravità della notizia avrebbe forse suggerito una maggiore cautela, e che si attendesse per la pubblicazione almeno la notifica ai diretti interessati. Ora attendiamo lo sviluppo della vicenda, con serenità e fiducia nell’operato della magistratura. Questo, e non la “contrarietà dell’ultim’ora” al progetto, ci sembra il comportamento più responsabile. La città ha bisogno di un atteggiamento più costruttivo e non di scorrettezze dettate da atteggiamenti preconcetti. Per il bene della città si spera che per il futuro ciò possa accadere».