/ «Non seguite la via dell'orgoglio, bensì quella dell'umiltà»
«Non seguite la via dell'orgoglio, bensì quella dell'umiltà»
E' l'invito rivolto da Benedetto XVI ai quasi 500 mila giovani dell'Agorà di Loreto
"Ancora oggi - ha sottolineato il Pontefice nell'omelia - Dio cerca cuori giovani, cerca giovani dal cuore grande, capaci di fare spazio a Lui nella loro vita per essere protagonisti della Nuova Alleanza". E ancora: "Gesù ha una predilezione per i giovani" e "ne rispetta la libertà, ma non si stanca mai di proporre loro mete più alte per la vita: la novità del Vangelo e la bellezza di una condotta santa". "Cari giovani - ha esortato Benedetto XVI -, lasciatevi coinvolgere nella vita nuova che sgorga dall'incontro con Cristo e sarete in grado di essere apostoli della sua pace nelle vostre famiglie, tra i vostri amici, all'interno delle vostre comunità ecclesiali e nei vari ambienti nei quali vivete ed operate"."Non seguite la via dell'orgoglio, bensì quella dell'umiltà". E' l'invito rivolto da Benedetto XVI ai quasi 500 mila giovani dell'Agorà di Loreto, durante la grande messa celebrata stamane sulla spianata di Montorso. Il Papa ha esortato i giovani a non seguire i modelli di vita basati sulla prepotenza e sul successo a tutti i costi e a pensare che "l'umiltà non è la via della rinuncia ma del coraggio". "Andate controcorrente - ha detto il Pontefice nell'omelia -: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all'arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad
ogni costo, all'apparire e all'avere, a scapito dell'essere". "Di quanti messaggi - ha sottolineato -, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all'onda prodotta da questa potente azione di persuasione". "Non abbiate paura, cari amici - ha ancora detto papa Ratzinger -, di preferire le vie 'alternative' indicate dall'amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l'interesse profondo per il bene comune". Secondo Benedetto XVI i giovani non devono temere "di
apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei - ha
proseguito -, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo". "Quella dell'umiltà, cari amici, non è dunque la via della
rinuncia ma del coraggio - ha concluso -. Non è l'esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell'amore sull'egoismo e della grazia sul peccato". Benedetto XVI ha definito la Santa Casa di Nazaret, venerata nella basilica di loreto, "il santuario dell'umiltà". Ha anche sottolineato che oggi "l'umile è percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece - ha rimarcato - questa è la via maestra, e non solo perché l'umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso". Il Pontefice ha proposto ai giovani gli esempi di santi come Francesco d'Assisi e Caterina da Siena, e anche santa Gemma Galgani, san Gabriele dell'Addolorata, san Luigi Gonzaga, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, i beati Piergiorgio
Frassati e Alberto Marvelli. "L'umiltà che il Signore ci ha insegnato - ha ribadito Benedetto XVI - e che i santi hanno testimoniato, ciascuno secondo l'originalità della propria vocazione, è tutt'altro che un modo di vivere rinunciatario". "La motivazione fondamentale che unisce i credenti in Cristo - ha poi aggiunto -, non è il successo ma il bene, un bene che é tanto più autentico quanto più è condiviso, e che non
consiste prima di tutto nell'avere o nel potere ma nell'essere".