Si è svolto ieri a Matelica, nella sede della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria, dell’Università di Camerino, il convegno conclusivo sui risultati del progetto di zootecnia, finanziato nell’ambito del PSR Marche 2014/2020 Misura 16.1 - Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura.
Ad aprire la giornata di studi è stato Andrea Spaterna, Prorettore dell’Unicam alla Cooperazione Territoriale e Terza Missione e presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Hanno introdotto i lavori Giorgio Mochi, e Giovanni Pezzotti, rispettivamente presidente e direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico e Alberto Maria Alessandrini, conigliere Amap.
Capofila del progetto è TreValli Cooperlat, terzo gruppo lattiero caseario italiano con sede a Jesi. Partner scientifici sono l’Amap e l’Istituto Zooprofilattico. Del gruppo operativo fanno parte le cooperative agricole: Fattorie Marchigiane, Latte Marche, Sibilla, Montefeltro Latte, Frentana, Stalla San Fortunato Srl, la cooperativa agricola del Petrano.
Il progetto è stato presentato da Andrea Albanesi, responsabile regionale della misura PSM Marche, da Paolo Cesaretti di TreValli Cooperlat, da Donatella Bordoni e Simone Coppari di Amap e da Piero Mangili dell’Istituto Zooprofilattico e Luca Marinelli, presidente di Latte Marche. Ha moderato l’incontro Paolo Fabiani direttore Latte Marche società cooperativa.
Concluso a marzo 2023, dopo circa 5 anni a causa della pandemia, il progetto, dalla durata triennale, si è attuato attraverso l’utilizzo di una piattaforma informatica capace di fornire agli allevatori da latte bovino e ovino della regione Marche, alcune informazioni utili a ottimizzare la gestione aziendale, migliorandone la produttività, le performance e l’efficienza, la qualità e la redditività delle aziende. Il modello è stato sperimentato su un campione rappresentativo di 70 aziende zootecniche (bovine e ovine). Il sistema raccoglie informazioni, le elabora attraverso lo sviluppo di un algoritmo, e restituisce alle aziende alcune indicazioni su quattro punti chiave: il benessere animale, la bio sicurezza, la sanità e l’utilizzo del farmaco. Il sistema riconsegna, infatti, il grado di efficienza dell’azienda rispetto a quelle che sono le criticità, sia strutturali che gestionali, sulle quali intervenire. L’obiettivo è offrire un sostegno nella gestione, orientando le aziende al Quality Management per affrontare criticità spesso comuni. Il settore della zootecnia da latte in Italia si trova oggi ad affrontare sfide che riguardano la sostenibilità delle produzioni, la riduzione dell’impatto ambientale, la salvaguardia del benessere degli animali ad uso zootecnico, la sicurezza degli alimenti destinati agli animali e all’uomo, la contrapposizione a problematiche sanitarie emergenti. In questo, come in molti altri ambiti agro- zootecnici, il livello decisionale assume un’importanza rilevante e deve pertanto avvalersi di strumenti in grado di supportare le scelte. La nascita e lo sviluppo della cosiddetta precision farming è la risposta a questa crescente esigenza. L’innovazione del progetto sta proprio nel raggiungere elevati standard produttivi delle aziende zootecniche ad un livello di management tale da consentire la produzione di derivati che rispondano alle più attuali aspettative del mercato, favorendo lo sviluppo di linee produttive in cui la materia prima (latte) provenga da realtà aziendali in cui aspetti come il benessere animale o l’impiego del farmaco vengano gestiti con le più innovative e moderne conoscenze.