Ascoli - Dopo le fake news della
Casini sui ritardi (rivelatisi inesistenti ) delle pratiche del
terremoto ad Ascoli, il Presidente della Provincia reitera il
tentativo di intimidazione nei confronti dei dipendenti del comune di
Ascoli. “La colpa “ dell’emergenza rifiuti - secondo D’Erasmo
- sarebbe dello Sportello Unico dell’Edilizia di Ascoli (Sic).
Peccato che l’emergenza dura dal 2014 e che D’Erasmo a più di
tre anni dal suo insediamento a Palazzo San Filippo non ha cavato un
ragno dal buco, costringendo le famiglie picene a subire aumenti
derivanti dalla sua incapacità.
Consiglio ancora una volta
la ricostruzione che il Sindaco PD di Monteprandone Stefano Stracci,
sul proprio profilo fb, ha offerto circa l’emergenza rifiuti.
Contiene tutti gli elementi per capire come stanno le cose. Ma a
parte questo particolare, è significativo che nel mirino degli
esponenti PD, ieri la Casini e oggi D’Erasmo, si trova sempre lo
stesso Dirigente: l’Arch. Galanti, reo evidentemente di non
rendersi strumento delle strategie ordite dal PD piceno su rifiuti ed
altro.
È gravissimo che, nel 2018, esistano amministratori di vertice di una regione e di una provincia che - come nel caso della Casini e di D’Erasmo - attaccano i dipendenti pubblici di un comune solo per il fatto che fanno il proprio dovere e applicano la legge senza ascoltare le sirene del PD.
Galanti è il Dirigente che
tre giorni fa ha fatto luce sui falsi dati della Casini sulla
ricostruzione ad Ascoli. Oggi viene aggredito da D’Erasmo perché
sul sormonto Geta applica la legge alla lettera senza farsi
intimidire dal PD.
Ricordo che due settimane
fa, fu lo stesso Galanti a smentire la provincia di Ascoli che -
margine della procedura di screening via/vas sulla Carbon -
pretendeva di far pagare illegittimamente una tassa di quasi 600.000
al comune di Ascoli.
Insomma Galanti è un professionista capace nonché un uomo libero.
Mi rendo conto proprio per questo che non può piacere a D’Erasmo e alla Casini che continuano a collezionare figuracce proprio perché sono abituati a trattare i dipendenti come sudditi.