Roma. In venti anni le tasse locali sono lievitate da 29,7 miliardi del 1995 a 103 miliardi di euro nel 2015,in percentuale il totale dei tributi e contributi locali sono passati dal 7,5 per cento del 1995 al 14,5 per cento del 2015.
E’ quanto denuncia l’ultima ricerca di Confcommercio – CER (Centro Europa Ricerca) su finanza pubblica e tasse locali. Dal 2011 al 2015 – sottolinea lo studio – le imposte sugli immobili sono cresciute del 143 per cento passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro. Per la riduzione della prima casa nel 2016 ci sarà un calo di queste imposte del 19 per cento.
C’è da considerare però che la tassa dei rifiuti è cresciuta del 50 per cento e secondo stime di Confcommercio nel 2016 le imposte sugli immobili e sui rifiuti cresceranno complessivamente dell’80,2 per cento rispetto al 2011.Le imposte ricorrenti sulla proprietà immobiliare, strumentale e residenziale che era attestata nel 2011 a 9,8 raggiungerà nel 2016 19,4.
Ci sono “stranezze” ed iniquità nella tassazione rilevate dalla ricerca, illustrate dal direttore dell’Ufficio studi Mariano Bella che ha fatto notare come avere una impresa con sede a Roma o a Trento con un imponibile Irap pari a 50.000 euro ed un imponibile Irpef sempre di 50.000 euro non hanno la stessa tassazione, infatti ci sono ben 2.256 euro all’anno di tasse pagate in più da quello di Roma che arriverà tra Irap più Irpef a 19.000 euro mentre quello di Trento pagherà 16.744 euro. Quindi la pressione fiscale di Irap più Irpef sarà del 33,5 per il contribuente di Trento mentre raggiunge il 38% per quello di Roma.
Prendendo in esame le due regioni di Marche ed Abruzzo, a L’Aquila un contribuente pagherà di Irap più Irpef 18.390 mentre ad Ancona sarà di 18.244.Sono state prese in esame anche le addizionali comunali che raggiungono 0,90 a Roma (il massimo) mentre sono 0,80 a: Campobasso, Napoli, Catanzaro, Palermo, L’Aquila, Bari, Ancona, Torino, Genova, Bologna, Milano, Perugia, Potenza, Venezia e Trieste, diminuiscono a 0,20 a Firenze e Bolzano, sono a 0,30 ad Aosta, 0,78 a Cagliari,0,00 a Trento.
“La spesa pubblica corrente si è ridotta – ha commentato Sangalli Presidente di Confcommercio –ma non è sufficiente perché in 20 anni la pressione fiscale è cresciuta del 92,4 per cento e questo ha indebolito il nostro sistema produttivo già provato dalla crisi. Non si può pagare per le inefficienze della pubblica amministrazione. E’ necessario – continua Sangalli – maggior coordinamento tra i vari livelli di governo per ridurre le tasse ad imprese e famiglie scongiurando il ricorso alle clausole di salvaguardia”.