Testimonium, la placchetta del pellegrino

Testimonium, la placchetta del pellegrino

Le medagliette devozionali  si diffusero a Roma nel XII secolo e venivano distribuite dai canonici della Basilica Vaticana ai pellegrini che li fissavano alla borsa o al mantello. 

Presentata a Roma nella Sala dell’Antico Oratorio della Chiesa dei Santi Bartolomeo e Alessandro,Arciconfraternita dei Bergamaschi, la “Placchetta del Pellegrino – Testimonium”un documento metallico datato intorno all’anno Mille del quale si era persa la memoria.Ogni cristiano  che veniva a Roma in pellegrinaggio  la riceveva dopo aver  reso omaggio agli apostoli Pietro e Paolo i cui corpi riposavano  in Vaticano e sulla Via Ostiense. 


L’evento è stato coordinato da Lorena Bianchetti, giornalista, valente conduttrice televisiva di “A Sua Immagine”, presenti il Cardinale Raffaele Farina Presidente della Pontificia Commissione referente sull’Istituto  per le Opere di Religione, S.E.Mons. Jean-Louis Brugues, Archivista di Santa Romana Chiesa,il Prof. Giancarlo Alteri già direttore del Medagliere della Biblioteca Vaticana.  La placchetta  “Testimonium”di forma rettangolare  era un antico simbolo di devozione a metà tra il distintivo e la medaglia, ha quattro anelli agli angoli, al dritto mostra le figure in rilievo degli Apostoli Pietro e Paolo.


Queste quadrangulae si diffusero a Roma sotto il pontificato di Papa Innocenzo III (1198-1216) ed identificavano i pellegrini, a somiglianza di ciò che avveniva già dal secolo XII a Gerusalemme o a Compostela ove esistevano altri tipi di distintivi come le conchiglie di Compostela. A partire dall’anno 1300 quando Bonifacio VIII indisse il primo anno santo della storia, il pellegrinaggio verso Roma divenne prassi diffusa in quanto in quelle occasioni veniva concessa l’indulgenza a tutti coloro che visitavano le tombe degli apostoli.



Il pellegrino di quei tempi non era un semplice viaggiatore ma un viandante che lasciava la propria terra,la Francia, l’Inghilterra o un Paese del Nord Europa consapevole della fatica del viaggio e dei pericoli ad esso connessi. Percorreva a piedi anche trenta quaranta chilometri al giorno attraversando zone impervie e pericolose. Bisognava essere vigili e fortunati per non incontrare i briganti. Spesso durante il viaggio ci si ammalava e la meta diventava lontana. Molti pellegrini erano soliti redigere prima di partire, il proprio testamento in quanto era alta la percentuale di coloro che non facevano più ritorno.


I pellegrini erano facilmente riconoscibili in quanto indossavano un particolare mantello. Ad essi erano concessi privilegi nel corso del viaggio come l’esenzione dai pedaggi, potevano ricevere elemosine per il loro sostentamento, venivano accolti gratuitamente presso monasteri ed ospedali. Prima della partenza il sacerdote benediva il mantello e la borsa del pellegrino e gli veniva consegnato il bordone, un bastone con il quale si sarebbe aiutato in caso di difficoltà.


I pellegrini che ritornavano dai luoghi santi si riconoscevano grazie ai simboli che portavano sui loro mantelli: i romei, piccole placchette in  piombo raffiguranti  l’immagine di Pietro e Paolo che avevano ricevuti a Roma, testimonianza visiva del loro viaggio.

Lorena Bianchetti nel suo intervento ha sottolineato come il pellegrinaggio costituisca da secoli per colui che lo affronta,un esame della nostra vita, a rimetterla in discussione , a cambiare prospettiva .  Mons Brugues ha ricordato che il pellegrinaggio è uno dei fenomeni più antichi,  che  i pellegrini provenivano, in maggioranza, dal Regno dei Franchi e per questo la via che porta a Roma è denominata  Via Francigena.


E’ intervenuto poi il Prof. Giancarlo Alteri Direttore emerito della Biblioteca Vaticana  che ha raccontato che fino all’inizio del XVI secolo l’Anno Santo si chiudeva con l’ostensione del Velo della Veronica poi scomparsa misteriosamente con l’arrivo dei Lanzichenecchi a Roma. Durante un anno santo sotto  il pontificato di Nicolò V, ha rivelato Alteri,su Ponte S.Angelo,l’unico che univa una parte di Roma a San Pietro,tre  cavalli ed una mula  si imbizzarrirono, calpestarono un centinaio  di pellegrini, molti nella ressa  si gettarono dal ponte  e morirono affogati nel Tevere.


Per questa ragione Sisto IV per alleggerire il “traffico” su Ponte S.Angelo fece costruire Ponte Sisto e nelle sue fondamenta fece inserire una medaglia d’oro “ma forse – ha aggiunto Alteri- visto che era molto tirchio era solamente dorata”.

Il Testimomium  è possibile trovarlo nelle Basiliche ove sono state aperte Le Porte Sante per Il Giubileo della Misericordia.