Ascoli - "Natale è la tua festa, anche se ormai tanti hanno dimenticato che sei tu il festeggiato. Nel presepe mostri la ricchezza del tuo amore: tu, che sei Dio, nasci povero in una grotta abbandonata. E certamente non ti fa piacere costatare che con tanta facilità taluni vorrebbero mandare in soffitta il presepe e ogni altro simbolo religioso per non offendere la sensibilità di chi non è cristiano.
Ma chi può sentirsi offeso dinanzi a un bambino che nasce? Il problema è un altro: purtroppo ci si è dimenticati di Te e del tuo messaggio d’amore e di perdono, e allora il buio della paura e della violenza rischia di invadere ogni regione della terra.
Ma io credo ancora che il Natale è la tua festa, e come me c’è gente che ti aspetta perché tu possa ridare forza alla nostra speranza. Ascoltami, ti prego, la violenza che terrorizza il mondo mette in ombra persino i problemi quotidiani della crisi economica globale e della ancor più triste realtà di milioni di persone che continuano a morire di fame in non poche regioni della terra, tra l’indifferenza di molti.
Che dobbiamo fare per mantenere viva la speranza, in un momento, così difficile? Verrebbe voglia di rinchiudersi in se stessi lasciandosi avvincere dalla logica del proprio personale tornaconto. Si è tentati di chiudere gli occhi davanti ai problemi, cercando di dimenticare che ci sono milioni di persone che fuggono da regioni in guerra in cerca di speranza.
È il caso degli immigrati che sbarcano
nelle nostre città, accolti spesso con diffidenza e con una malcelata paura. Ci
sono giovani e adolescenti che guardano al futuro senza fiducia. Se è vero che
tu ci assicuri il tuo aiuto, ci ripeti però al tempo stesso che dalla
situazione difficile in cui si trova l’umanità, pericolosamente minacciata da
ogni tipo di violenza e diffidenza, si esce se ognuno si assume fino in fondo
le proprie responsabilità ed è pronto ad assolvere il proprio compito senza
interessi di parte
È iniziato
da qualche giorno l’Anno Santo straordinario della misericordia che costituisce
un’utile occasione per riscoprire il valore della solidarietà, della fraternità
che esclude l’emarginazione e la paura dell’altro. In questo giubileo tutto
parla di tenerezza, della bontà misericordiosa e accogliente di Dio che ci
chiede la conversione dall’egoismo alla generosità, dalla paura al coraggio di
amare. Sì, questa è la grande sfida: il coraggio di amare. Non c’è altra
strada, né scorciatoia per raggiungere la felicità, generata dall’amore.
In questi giorni mi è capitata tra le mani una riflessione di Madre Teresa di Calcutta sul significato del Natale. Si tratta di un testo sorprendente per la sua semplicità ma ricco di quell’umanità che il Figlio di Dio viene a portare a ogni essere umano. Scrive Madre Teresa:
“È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri”.
Queste parole non sono un vero decalogo dell’accoglienza, dell’accettazione e del servizio gratuito verso il prossimo? Il sorriso del cuore è un segno di apertura verso l’altro, perché riflette quella disposizione dell’animo riconciliato e riappacificato, molto più eloquente di tante inutili e vuote parole.
Sorride chi ha perdonato il torto subito. Sorride chi è disposto a un ascolto silenzioso che è la chiave universale per entrare nel cuore del nostro interlocutore. Ascolto che restituisce dignità e valore ai fatti della vita che hanno bisogno di essere comunicati a qualcuno per essere compresi da chi li racconta. Ascolto che è servizio insostituibile ed efficace perché contiene la forza silenziosa di fare uscire dal cuore del nostro prossimo quelle verità scomode, che sono il preludio della possibilità di offrirgli parole d’incoraggiamento e di speranza.
Sta qui un prezioso segreto evangelico: non servono troppe parole per gustare la gioia del perdono. Basta un gesto, uno sguardo e il coraggio di un abbraccio. Questo è Natale!
Caro Gesù, il mondo ha bisogno di Te. Torna a nascere nel cuore del mondo! Torna a ridarci fiducia; precedi i nostri passi e guidaci nel faticoso cammino della riscoperta del perdono. Sono certo che con il tuo aiuto ce la faremo e sarà per tutti un futuro di pace".