L’Italia è al quinto posto in Europa per pressione fiscale sulle pensioni. Lo dice il segretario del sindacato europeo dei pensionati Carla Cantone che rivela: ”su un assegno mensile di 1500 euro nel nostro Paese si pagano 600 euro di tasse, in Germania 60 euro”.
Secondo una indagine della Confesercenti, prendendo in esame un pensionato tra i 65 e 75 anni che vive a Roma, senza familiari a carico e con un reddito di 20 mila euro l’anno, la pressione fiscale nel 2013 era pari a 20,73 per cento, in Spagna avrebbe pagato il 9,5 per cento, nel Regno Unito il 7,2 per cento in Francia il 5,2, fino ad arrivare alla Germania con lo 0,2 per cento, venti volte meno dell’Italia.
Ci sono poi quattro Paesi dell’est, Bulgaria, Lituania, Slovacchia ed Ungheria ove le pensioni sono addirittura esenti da tasse. E’ indubbio che le tasse per i pensionati italiani sono alte c’è da dire però che i meno abbienti non le pagano grazie alla no-tax area, quel limite di reddito al di sotto del quale i contribuenti sono esentati dalle imposte, e qui ancora una volta l’Italia è indietro rispetto altri Paesi europei.
Lo studio della Confesercenti ci dice che in Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna un pensionato che nel 2013aveva un reddito di nove mila euro non pagava tasse, in Italia invece è assoggettato a tassazione e le imposte erodevano il 9 per cento del reddito. Nel nostro Paese sono esentati solo i pensionati con un reddito fino a 7500 euro se non hanno compiuto i 75 anni o fino a 7750 euro se li hanno superati.
C’è anche qui una disparità di trattamento con i lavoratori dipendenti dove l’esenzione arriva a 8mila euro. ”La povertà è povera per tutti-afferma la Cantone-e per un anziano non fruire di esenzioni è una palese contraddizione, è questa la fascia di età che ne ha più bisogno in quanto si devono affrontare spese per le medicine”.
Con la Legge di Stabilità 2016 il governo si è impegnato ad alzare le soglie per i pensionati a 7750 euro per coloro che non hanno raggiunto i 75 anni ed 8 mila euro per gli over 75. La norma sarebbe scattata dal 2017 ma esponenti del Partito democratico proprio in queste ore, con un emendamento, lo hanno anticipato al 2016.
Le pensioni erogate in Italia, dice l’INPS, sono 18 milioni con una spesa di 192,5 miliardi di euro per quelle concesse ad ex dipendenti di aziende private ed autonomi, mentre i 2,8 milioni di ex dipendenti pubblici costano 65 miliardi l’anno. In totale l’INPS spende ogni anno 257,5 miliardi di euro in pensioni lorde perchè in realtà, secondo un calcolo dei patronati, circa 45 miliardi rientrano nelle casse dello stato per ritenute fiscali ed addizionali varie.
“L’alto livello di tassazione è una caratteristica tipica dell’Italia - spiega David Natali dell’Osservatorio sociale europeo- e questo dato si collega ad un tasso di evasione fiscale superiore rispetto alla media europea. Se tutti pagassimo le tasse le pagheremmo un po’ meno”.
Altra particolarità italiana sono le varie addizionali regionali e comunali che aggravano il carico fiscale dei pensionati. ”In Europa c’è un solo sistema di calcolo –aggiunge Carla Cantone-una unica tassa, in Italia invece dobbiamo pagare le tasse al governo nazionale, a quello regionale ed a quello comunale”.
Sempre un maggior numero di pensionati sono indotti a trasferirsi all’estero specie in Spagna alle Canarie ove le imposte vanno dal 12 per cento ad un massimo del 22,58 per cento, sono previsti sgravi per l’affitto di case che aumentano nel caso di chi abbia superato i 65 anni, chi emigra nella vicina Tunisia, gode di esenzione fiscale sull’80 per cento della pensione e qui i pensionati italiani, aspetto non trascurabile, godono di una copertura totale dal punto di vista medico come all’interno dell’Europa.
Ed ora che siamo alla fine dell’anno, giunge notizia, sempre per i pensionati, che a gennaio 2016 in via eccezionale sarà anticipata una norma che scatterà dal 2017, cioè il pagamento della pensione avverrà nel secondo giorno bancabile, in poche parole, poiché il primo gennaio 2016 cade di venerdì, le pensioni saranno erogate il 5 gennaio oppure il 4 per chi si reca alla posta per ritirarle. Qualcuno ritiene che questi ritardi servano a dare tempo a banche e poste per poter far quadrare i loro giochi finanziari.