Roma - Mariano Bella Direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio ha illustrato l’ultimo rapporto nella sede di Piazza Belli dal quale risulta che quest’anno per i regali natalizi saranno spesi 10 miliardi (166 euro a persona), il 5 per cento in più rispetto lo scorso anno grazie anche all’aumento dell’1,6 per cento dell’ammontare delle tredicesime. La fiducia delle famiglie è in crescita anche se quest’anno i consumi saranno comunque inferiori del 3,5 per cento rispetto il 2008 e la spesa per i regali addirittura del 30 per cento in meno rispetto il 2009.
Dice Mariano Bella “ la ripresa c’è anche se fragile e l’incubo terrorismo non dovrebbe sconvolgere tutto nel breve termine”. Secondo l’Ufficio Studi, la 13ma netta di dipendenti e pensionati assomma a 39,4 miliardi di euro (nel 2008 era di 36,3 miliardi) ma l’Ici, l’IMU, assicurazioni, tasse auto e canone Rai ci porteranno via quasi otto miliardi di euro (nel 2008 erano 6,2 miliardi). La spesa media che ogni italiano farà per regali di Natale era di 237 euro nel 2009 si riduce quest’anno a 166 euro (nel 2014 fu di 158 euro).
Riguardo la propensione agli acquisti durante le festività, nel 2009 il 91 per cento degli italiani lo ha attuato, nel 2015 questa tendenza si ridurrà all’86 per cento. Nel 2009 il 33,7 degli italiani per cento prevedeva un Natale “molto dimesso” quest’anno il dato è salito a 72,9. Il 52,5 per cento degli intervistati ritiene i regali una spesa piacevole e ad aspettare gli ultimi giorni per farli sarà il 37,3 per cento contro il 47,3 nel 2014.Si spenderà di più nel campo della mobilità, turismo, e comunicazioni, flessione invece per alimentari e bevande.
A margine della conferenza stampa su consumi e tredicesime è intervenuto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che in proposito ha detto: ”La prudenza è d’obbligo soprattutto alla luce dei recenti eventi terroristici ma dopo sette anni questo Natale potrebbe essere il primo con il segno più.Tuttavia –avverte Sangalli- il governo non ha ancora vinto la scommessa di trasformare una ripresa economica certificata dai dati in una ripresa reale. Per fare questo bisogna ridurre le tasse, la spesa pubblica improduttiva, il deficit di legalità e la cattiva burocrazia, solo così sarà possibile arrivare ad una crescita consolidata ed eliminare le clausole di salvaguardia nel 2017”.