Superano i 30 miliardi i costi che piccole e medie imprese italiane sopportano ogni anno a causa dell’eccesso di adempimenti burocratici,questo peso, pari al 2 per cento del PIL è un evidente ostacolo al processo di sviluppo.
Se ne è parlato ampiamente a Roma nella Sala del Tempio di Adriano nel corso della Conferenza promossa da Rete Imprese Italia con gli interventi di Carlo Sangalli ed il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia.
Presenti i Presidenti di Confcommercio, Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confesercenti, è stata illustrata la ricerca del CER – Centro Europa Ricerche-dal quale si evince che facendo un confronto internazionale, cittadini ed imprese di ogni Paese si confrontano quotidianamente con adempimenti burocratici, ma il peso di questi in Italia è di gran lunga superiore a quello riscontrabile in altre nazioni.
In Italia le complicazioni legate al pagamento delle imposte richiedono ben 269 ore annue contro le 177 della media delle nazioni Ocse, una differenza di oltre il 52 per cento. Riguardo la pressione fiscale ed il peso degli oneri amministrativi l’Italia viene posizionata dal World Economic Forum che prende in considerazione i dati di 140 paesi,rispettivamente al 129^ ed al 138^ posto cioè in coda alla classifica.
Ma dove si annida l’eccesso di oneri burocratici?, Ce lo dice in proposito una fonte ufficiale,il Dipartimento della Funzione Pubblica, che in una ricerca ha quantificato che i costi amministrativi sopportati dalle PMI per adempiere annualmente agli obblighi amministrativi ammontano a ben 31 miliardi di euro. Il risparmio ottenibile con la sburocratizzazione delle procedure porterebbe una riduzione dei costi delle PMI di 8,5 miliardi di euro,pari ad oltre un quarto degli oneri complessivi.
Il solo intervento di semplificazione burocratica nei campi di “Sicurezza sul lavoro”consentirebbe,inoltre, riduzioni di costi per quasi 5,5 miliardi, cifra equivalente all’intera manovra di abolizione della tassazione sulla prima casa. Uno dei dati più importanti emersi dalla ricerca del Cer è la percezione di un aumento significativo degli oneri burocratici maturato nel corso della grande recessione degli scorsi anni.
Le giornate- uomo dedicate dalle PMI e necessarie ad adempimenti amministrativi sono aumentate da meno di 25 a più di 30 durante la recessione. Risulta inoltre peggiorata la qualità dei servizi resi dalla Pubblica amministrazione. Si punta il dito contro l’insieme di procedure farraginose, come la dichiarazione dei sostituti di imposta, che è costituita da 18 pagine corredate da ben 78 pagine di istruzioni, mentre per la dichiarazione annuale IVA si contano 15 pagine da compilare con 98 pagine di istruzione. Lo spesometro è poi oggetto di cambiamenti continui.
Nel suo intervento il presidente Sangalli, rivolgendosi al Ministro Madia, pur confermando il suo giudizio positivo su alcune misure contenute nella Legge di Stabilita e “ad un timido risveglio del Mezzogiorno” invita il Governo affinchè “riduca con maggiore intensità le tasse su imprese e famiglie “ed auspica “la possibilità di recuperare immediatamente l’IVA sui crediti insoluti” ma lamenta la mancata deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali,compresi negozi ed alberghi.” continua dicendo “gli imprenditori hanno un disperato bisogno di abolire la cattiva burocrazia,quella che genera complicazioni,tempi biblici,costi impropri che appesantiscono lo svolgimento delle loro attività e nella quale spesso si annidano corruzione, illegalità,criminalità ”.Ha poi concluso accennando agli imprenditori di Bagheria che hanno avuto il coraggio di denunciare il pizzo, suscitando un fragoroso applauso di tutti i presenti.
Marianna Madia,nel suo intervento,a proposito dei dipendenti pubblici,ha detto che:”è un luogo comune che gli statali siano fannulloni ma se ce ne sono devono essere licenziati”.Ha precisato poi ”Vogliamo fare dell’Italia un paese semplice per cui non dobbiamo rassegnarci perché la semplificazione della PA si deve fare!”