Le dichiarazioni del presidente Luca Ceriscioli e dell'assessore Fabrizio Cesetti confermano il corretto operato della precedente giunta regionale sia sul bilancio che sulla sanità. C'erano due assessori del Pd: Pietro Marcolini e Almerino Mezzolani. Ne conseguono almeno due riflessioni.
La prima riguarda le alchimie interne al PD. Dopo le primarie per la candidatura alla presidenza della Regione Marche, in seno al Partito Democratico era stato sottoscritto un patto secondo il quale doveva rientrare in giunta Pietro Marcolini. Patto non rispettato perché uno degli scopi della politica, quella con la p minuscola, è quello di allontanare i cittadini dalla massima espressione di democrazia: il voto.
Come ? Non facendo comprendere le logiche di certe scelte e quindi alimentando il tanto vituperato bacino dell'astensione. A Marcolini si chiede di fare il consulente economico di Ceriscioli. Niet dell'ex assessore regionale al quale si deve la solidità del bilancio della quale parlano oggi Cesetti e lo stesso Ceriscioli. In sostituzione di Marcolini, che “feo la gran rifiuto”, arriva un economista di chiara fama a ricoprire quel ruolo.
Laureata alla Bocconi ? Al Mit (Massachusetts Institute of Technology) ? Alla Scuola Normale Superiore di Pisa ? Macché, di più. Si tratta di Sara Giannini, diplomata all'Istituto Commerciale di Macerata, ex assessore regionale. Il criterio è quello consolidato del “porta-finestra” che assicura circa 30 mila euro per la consulenza per cinque mesi.
Dal primo agosto al 31 dicembre, per un totale di 22.987,05 euro lordi. In pratica più di 4mila euro al mese, più mille euro per il rimborso eventuale delle spese documentate di trasferta, missione e alloggio. Con i contributi vari che l’ente dovrà versare, si arriva a una spesa complessiva per le casse pubbliche di 30.699,23 euro. Il “porta-finestra” ve lo consigliamo, rende.
La seconda riflessione riguarda la
sanità e la sua spesa. Anche questa ottima, secondo Ceriscioli e
Cesetti. Ora non si comprende perché, se le cose andavano bene,
hanno rottamato i direttori d'area vasta che nel loro scelte avevano
seguito gli indirizzi della giunta che ha amministrato per dare
solidità al bilancio e quindi anche alla sanità. Rottamazione che
avviene senza tenere conto di esposti alla Procura di Ancona e alla
Corte dei Conti per presunte illegittimità del nuovo direttore
dell'Area Vasta 5 nel Piceno, ad esempio.
Enrico Berlinguer era solito chiamare questi comportamenti, a suo tempo, “arroganza del potere”. Ma si sa, Berlinguer non c'è più e dal dizionario scompare anche l'arroganza. Resta solo il potere.