Roma - Secondo una ricerca Confcommercio- Cer presentata presso la sede di Piazza Belli,dal direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, la tassazione degli immobili è più che raddoppiata tra il 2011 ed il 2014.
Per ICI, IMU,TASI,TARSU,TARES,TARI, imposte che si sono succedute in questi quattro anni,nel 2011 i contribuenti erano stati tassati per 14,80 miliardi di euro,nel 2014 la tassazione è stata invece di ben 31,88 miliardi di euro – più 115,4 per cento sul 2011 - e non è previsto che scenda nel 2015.
”Una crescita violentissima – ha precisato Mariano Bella che riduce il reddito disponibile delle famiglie ma anche il rendimento netto degli immobili facendo crollare i prezzi e facendoci sentire tutti più poveri. La ricchezza immobiliare – ha proseguito- conta nelle scelte di consumo delle famiglie”. Inoltre,secondo lo studio i tributi locali sono passati da 28,7 miliardi di euro del 1995 a 104,7 del 2014 mentre i tributi centrali da 224 miliardi sempre del 1995, sono arrivati nel 2014 a 381,6 miliardi di euro.
“Si tratta di una crescita – ha spiegato il direttore Mariano Bella – dovuta al taglio dei trasferimenti alle realtà locali alle quali non ha corrisposto una analoga riduzione della pressione a livello centrale. La conseguenza è stata l’aumento esponenziale della pressione fiscale”
La ricerca prende anche in esame l’iniquità di maggiori tasse esistenti nelle varie regioni e fa l’esempio di un contribuente, commerciante o libero professionista, con imponibile IRAP pari a 50.000.euro ed imponibile IRPEF di eguale importo. Risulta che in Sardegna ( tassazione meno elevata) l’IRAP è a 1,2,mentre l’addizionale IRPEF è 1,9,gettito in euro 16 miliardi e 870 milioni ed aliquota IRAP più IRPEF 33,74 per cento mentre in Campania e Calabria (tassazione più elevata) si attestano ambedue a 5,0 per IRAP e 2,8 per IRPEF – gettito in euro ognuna 19 miliardi e 220 milioni aliquota IRAP più IRPEF 38,44 -. Nelle Marche l’IRAP è al 4,7 e l’addizionale IRPEF 2,1, gettito in euro pari a 18 miliardi e 720 milioni di euro aliquota IRAP più IRPEF 37,44, mentre in Abruzzo l’IRAP è al 4,8 e l’IRPEF 2,3 gettito in euro 18 miliardi e 870 milioni,aliquota IRAP più IRPEF 37,74.
Tutto ciò va contro articolo 3 della Costituzione e non è giustificabile in quanto ad una maggior tassazione dovrebbero corrispondere migliori servizi alla comunità, cosa che non avviene.
“Dobbiamo rimettere mano ad una revisione fiscale - ha concluso Mariano Bella – non è possibile che in media 25 milioni di famiglie paghino 4200 euro l’anno di tributi locali. Una pressione fiscale alta, è stato dimostrato, non porta alla crescita di un Paese”.