Indagine Confcommercio sulla criminalità

Indagine Confcommercio sulla criminalità

L’impatto della criminalità sulle imprese del commercio e del turismo

Roma. Dall’inizio della crisi – 2008 – una impresa su due registra un peggioramento generale dei propri livelli di sicurezza. Il dato è più accentuato nelle grandi aree urbane del centro sud ed in alcuni settori specifici come tabaccai,venditori su aree pubbliche e benzinai.

E’ quanto emerge dalla nuova indagine svolta per conto di Confcommercio Imprese per l’Italia, dalla GfK Eurisko e presentata nella sede di  piazza Belli. 

Per il 68 per cento delle imprese,sono in crescita i furti ed i crimini ad alta “visibilità” quali l’abusivismo,la contraffazione e le rapine. Più contenuta ma molto significativa tra il 20 ed il 30 per cento è anche la crescita dei comportamenti criminali spesso collegati alla criminalità organizzata come tangenti negli appalti,le estorsioni e l’usura..

Quest’anno sono stati inviati in tutta Italia 60.000 questionari e le rilevazioni sono state chiuse a fine ottobre. Nel complesso hanno risposto quasi 6000 imprese del commercio,del turismo, dei servizi e dei trasporti.

Risulta dall’indagine che 8 imprenditori su 100 hanno ricevuto minacce o intimidazioni con finalità estorsiva e 11 imprenditori su 100 dichiarano di conoscere altre imprese che sono state oggetto di minacce. Le intimidazioni,sia quella diretta che indiretta si accentuano nel Sud Italia ed in particolare nei grandi centri.

Il 53 per cento degli imprenditori ritiene che le minacce provengano dalla criminalità organizzata. Il 68 per cento ha subito furti – nel 2007 quando fu effettuata analoga indagine era al 51 per cento – il 50 per cento sono stati vittime di   rapine nel periodo  compreso tra il 2008 ed il 2013 – nella precedente indagine il dato era al 37 per cento.

Per quanto riguarda la richiesta estorsiva da parte della criminalità comune o organizzata il 60 per cento degli imprenditori dichiara di aver respinto le richieste mentre il 27 per cento ha accettato in qualche modo pagando somme di denaro ( da 1000 euro fino a 20.000 ) o cedendo merce. Per il 64 per cento dei commercianti  le iniziative più efficaci per la sicurezza  sono:maggior protezione da parte delle forze dell’ordine e ben il 58 per cento ritiene essenziale la “certezza della pena”.

Il taccheggio è anche il fenomeno più diffuso ed in forte aumento. Il 77 percento dei tabaccai ha subito taccheggi, seguito dal 74 per cento dei venditori su aree pubbliche, il 59 per cento degli alimentari ed il 52 per cento i benzinai.  

E interessante il confronto tra i risultati a livello nazionale e delle due regioni che più ci interessano,Abruzzo e Marche.

Nella prima regione il 63 per cento degli imprenditori ha subito furti ed il 56 per cento le rapine

(dato Italia 50 per cento) mentre per quanto riguarda il taccheggio il 57 per cento dei commercianti abruzzesi dichiara di averlo subito. L’usura è al 31 per cento (media Italia 30 per cento) significativa l’estorsione che è al 25 per cento (media Italia 22 per cento). Sul  territorio,viene denunciata dagli imprenditori la notevole  presenza di venditori abusivi e di nomadi.

Nelle Marche la situazione peggiora per quanto riguarda i furti che sono al 71 per cento, le rapine al 45 per cento mentre il 56 per cento ha subito l’esperienza del taccheggio. Bassa  l’incidenza dell’usura che si attesta al 23 per cento (media Italia 30 per cento) e quella della estorsione che è all’11 per cento (media Italia 22 per cento)        

Oltre il 60 per cento degli imprenditori chiede a gran voce un maggior presidio del territorio da parte delle forze di Polizia,invocato peraltro anche da Rosario Cerra Presidente di Confcommercio Roma  che nel suo intervento conclusivo, ha puntato il dito contro le banche responsabili di “non concedere credito alle imprese, anche quelle ritenute solide, nonostante  la Banca Centrale Europea abbia concesso loro  rilevanti  somme a tassi esigui,  proprio per risollevare le sorti del  commercio dalla stagnazione”.