I lievi segnali di allentamento della crisi emersi sia nella prima che nella seconda parte dell’anno sono sistematicamente annullati da un clima diffusamente depresso tra le famiglie.
E’ quanto emerge dall’indagine realizzata tra il 26 settembre e l’8 ottobre di quest’anno dal Censis e da Confcommercio – imprese per l’Italia – presentata a Roma.
Scende al 58,7 per cento la quota di coloro che nutrono fiducia sulle possibilità che il governo porti a compimento le riforme annunciate, nel primo semestre erano il 76,7 per cento. Per il 44 per cento delle famiglie la capacità di spesa è peggiorata e quasi il 70 per cento guarda con incertezza e pessimismo ai prossimi mesi.
I modelli di consumo stanno mutando rapidamente e la parola d’ordine per tutti è:”contenimento delle spese”. 18 milioni di famiglie dichiarano di essere andate in pari tra entrate e spese correnti negli ultimi sei mesi (71,8 per cento) mentre si abbassa al 9,8 per cento,rispetto al 14 per cento delle precedenti rilevazioni,la percentuale di famiglie in grado di effettuare risparmi.Si mantiene intorno al 18 per cento la quota di famiglie che non riesce a coprire tutte le uscite con il proprio reddito, dovendo ricorrere a prestiti ed ai risparmi. Aumenta la quota di chi intacca i depositi bancari e di chi posticipa i pagamenti di bollette ed altre scadenze:per poco meno di 1 milione di famiglie ritardare il pagamento di bollette è ormai una abitudine.
Ma cosa assorbe risorse economiche che potrebbero essere utilizzate diversamente ? Le principali voci sono rappresentate dalle utenze domestiche per il 54,2 per cento degli intervistati,dalle tasse sui redditi e sulla casa per il 49,8 per cento, zavorre e preoccupazioni che drenano i bilanci familiari.
Malumore diffuso,una miriade di tasse da pagare ed un mercato del lavoro sempre più incerto rendono vana una qualunque politica finalizzata ad incentivare i consumi. Più di 19 milioni di famiglie dichiara che se disponesse di più soldi tenderebbe a risparmiare proprio a causa del futuro incerto.”Per fare ripartire i consumi – dichiara Giuseppe Roma del Censis – occorrono misure diverse dai blandi interventi messi in atto sino ad oggi”.
Anche il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi inferiori ad una certa soglia, ha suscitato per ora un limitato entusiasmo ed un modesto effetto di incentivazione dei consumi. Il 24 per cento dei percettori intervistati ritiene che il bonus tra maggio e settembre 2014 ha accresciuto la capacità di spesa della famiglia mentre il restante 76 per cento ritiene che l’effetto è stato per ora neutrale.
Sempre secondo l’indagine, il Governo Renzi gode ancora il favore della maggioranza degli intervistati, ma se nel primo semestre di quest’anno era pari al 76 per cento,nella seconda parte dell’anno c’è un vistoso calo della percentuale che passa al 58,7 per cento,18 punti in meno.
C’è comunque negli italiani un capitale di fiducia rilevante per il quale è giunto il momento di giocare ora una partita diversa da quella fino ad oggi condotta.