Auschwitz (Polonia). Sin dal gennaio del 1939 pendeva sulla testa degli ebrei la minaccia espressa da Hitler in un suo discorso: “nel caso di una seconda guerra mondiale loro sarebbero stati sterminati,poiché a suo dire, ne sarebbero la causa diretta”. Parole quanto mai profetiche perchè nel corso della guerra sarebbero stati “liquidati” dai cinque ai sei milioni di ebrei,dai neonati ai più anziani. Identico destino di morte toccò agli Zingari,braccati senza pietà,internati in campi di concentramento e fucilati in massa. Stessa sorte ai Polacchi che abitavano nei territori occupati dal Reich e sterminati in modo selettivo.
Auschwitz, il campo di concentramento a 60 chilometri da Cracovia fu il luogo ove persero la vita oltre un milione e mezzo di persone,non solo ebrei ma anche prigionieri di guerra sovietici,politici e dissidenti di varie nazioni.Su 23000 zingari qui internati,uomini donne e bambini, provenienti dal Protettorato di Boemia e Moravia, solamente 3000 riuscirono a salvarsi quando il 27 gennaio 1945
i pochi rimasti furono liberati dalle truppe russe. Anche dalla Grecia il 30 giugno del 1944 giunsero in questo lager 446 uomini e 175 donne tutti marchiati con i numeri da A 8282 ad A 8902,i restanti 1423 tra cui molti bambini ed anziani furono uccisi nelle camere a gas.
Erano attivi in questo campo quattro forni crematori ove i
corpi degli sventurati, uccisi con il gas dopo una agonia di circa 20 minuti,
venivano trasportati da altri detenuti addetti a questo compito e facenti parte
del Sonderkommando (fuochisti). Secondo le disposizioni del comandante del campo
di Birkenau, situato a qualche chilometro da quello di Auschwitz,la capacità
giornaliera dei crematori era di 4416 cadaveri. Nel Sonderkommando, per
principio, si reclutavano solo ebrei
.
Tra le SS che imperavano nel campo si distingueva per le sue efferatezze il
comandante dei crematori l’Oberscharfurher Otto Moll che prestò servizio ad Auschwitz dal maggio
1941 al gennaio 1945. Inumano e degenere, questo personaggio a molti detenuti
del Sonderkommando si divertiva a bucare
loro le mani con la pistola perché non soddisfatto del
loro lavoro. Se talvolta vecchi o bambini si attardavano nella fila che li
conduceva alle camere a gas,estraeva la pistola e sparava loro alla nuca. Moll
processato nel 1945 fu impiccato il 13 dicembre di quell’anno.
La disumanizzazione era all’ordine del giorno e le stesse SS dicevano che loro si occupavano di “bestie” e non di persone. Il Sergente maggiore delle SS Erich Muhsfeld si vantava “per me è del tutto indifferente ammazzare ottanta o mille persone”.
Quando si parla dei crimini perpetrati dai nazisti si pensa al genocidio degli ebrei ma c’è un ulteriore elemento poco conosciuto: i bordelli nei campi di concentramento.
Nel giugno 1942 Himmler, capo supremo delle SS autorizzò i comandanti dei lager a “fornire femmine ai detenuti più laboriosi” e questo per motivare i militari ed i prigionieri dei campi.
Erano ospitate in edifici speciali,non solo ad Auschwitz e la cosa mi è stata confermata dalla guida che mi accompagnava, ma anche in altri dieci campi di concentramento.
Furono coinvolte almeno duecento donne,non erano ebree ma polacche,ucraine,russe dei Paesi Bassi,tedesche,molte rinchiuse per ragioni politiche o donne considerate “immorali”dal regime.
Costituivano un “divertimento”per rinfrancare i militari tedeschi ed un “incentivo”per la produttività dei deportati,erano una sorta di “premio” e potevano usufruirne,oltre la truppa, solamente i detenuti di origine tedesca,criminali comuni,i prigionieri politici o di guerra, ne erano esclusi invece gli ebrei ed i soldati sovietici..
Tutto era organizzato in maniera scientifica,erano nutrite e sottoposte a controlli medici. Una delle sopravvissute all’inferno dei lager quando furono liberate, le descrisse come “rottami umani”.
Anche un gruppo di
14 italiane arrivò da Torino il 30 giugno del 1944,ed un secondo il 5 agosto
proveniente da Verone con 50 deportate,un terzo l’11 ottobre da Bolzano con
oltre 100 donne. Si trattava di persone antifasciste,partigiane
arrestate,c’erano donne prese in ostaggio al posto dei fratelli, dei mariti,
ricercati per attività clandestina,madri e figlie,c’erano operaie,insegnanti,
casalinghe.
Molte trovarono la forza di reagire di non lasciarsi andare di
resistere, si strinsero insieme sviluppando un rapporto di grande
solidarietà, resistettero maturando in quella situazione estrema, una vera
coscienza democratica.
E proprio ad Auschwitz abbiamo incontrato l’europarlamentare Gianni Pittella, Presidente del Gruppo Socialisti e Democratici (Pse) al Parlamento europeo, che nel soffermarsi dinanzi al muro ove tanti dissidenti per le loro idee di pacifica libertà di pensiero furono fucilati dai nazisti, ha voluto rendere omaggio alla loro fede affermando: "Sono qui ad Auschwitz dove l’Europa ha perduto l’anima, ma dove L’Europa è risorta perché mai più accada ciò che di orribile è avvenuto in questo luogo di martirio”.