Impoverimento pensioni da 4 al 7 per cento

Impoverimento pensioni da 4 al 7 per cento

Il 44% dei pensionati vive in condizioni di semi povertà.

Roma - Le condizioni di disagio sociale e l’impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre più aggravando a causa della abnorme pressione fiscale e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. Questo in sintesi il quadro che emerge dal rapporto sul potere di -acquisto delle pensioni realizzato dal CUPLA – Comitato Unitario Pensionati Lavoro Atonomo – in collaborazione con il CER –Centro Europa Ricerche – presentato al Teatro Quirino di Roma dal Presidente di CUPLA, Renato Borghi e dal prof. Sergio Ginebri curatore dello studio.

La ricerca evidenzia che le condizioni di disagio sociale e di vera e propria povertà tra i pensionati si sono allargate negli ultimi anni, a causa della pressione fiscale e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni ai prezzi. L’aumento delle addizionali locali ed il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto in maniera significativa il potere di acquisto delle pensioni medie ed alte ma anche delle pensioni più basse inferiori a mille euro.

Le pensioni più basse hanno subito una perdita del potere d’acquisto del 4 per cento.

Le pensioni al di sopra dei 1500 euro hanno subito una perdita compresa  tra il 2 ed il 7 per cento.

Il ridimensionamento del potere di acquisto è stato particolarmente pronunciato nel periodo dal 2010 al 2013 ossia nel pieno della crisi economica.Le misure introdotte con la legge finanziaria del 2014 accentueranno, purtroppo, la perdita di valore delle pensioni.

E’ stato calcolato che dal 1997 al 2013 – la perdita  media annua è stata pari a poco più di 2000 euro per le pensioni pari a 4 volte il minimo,di 11.000 euro per quelle pari a sei volte il minimo e di 42,000 euro per quelle più ricche. Nella fase dal 2007 al 2013 per tutte le tipologie dei pensionati vi è stato un consistente aumento del prelievo fiscale ad opera del fisco locale.

Il pensionato “single”con una pensione pari rispettivamente a 2, 4,10 volte il minimo, ha pagato una maggiore imposta ingiustificata per un ammontare pari rispettivamente a 756 euro,1143 euro,e 2216 euro.

Il CUPLA che rappresenta oltre cinque milioni di pensionati appartenenti a: Confartigianato, Pensionati CIA, Confcommercio, Coldiretti, Confesercenti, Fnap CNA, Casartigiani, Pensionati Confagricoltura, chiede al Governo ed Amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprietà e abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro), di escludere dall’imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo.

Per ristabilire un minimo di equità ritiene che non sia più differibile l’ampliamento della “no tax area “ad almeno 13000 euro,importo pari a due volte quello del trattamento minimo annuo delle pensioni INPS e propone di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede la “Carta sociale europea”.

Nel suo intervento conclusivo il Presidente pro tempore Renato Borghi ha lamentato l’assenza di interlocutori politici all’evento.”Gli anziani sono da considerare una risorsa perché possiamo accompagnare i giovani che escono dallo studio ed aiutarli ad inserirsi nelle attività lavorative ….

Occorre da parte del governo non fare annunci ma sediamoci insieme ad un tavolo e ragioniamo.

Non c’è nessuno del governo qui ad ascoltarci,non importa,andremo noi ad incontrare il ministro del lavoro ed i presidenti di commissione,andremo a parlare con le istituzioni sul territorio. Chi per anni ha svolto onestamente il lavoro con sacrificio, è giusto che venga ascoltato”

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