Giovedì 18 settembre gli scozzesi voteranno per l’indipendenza dal Regno Unito.
Sono oltre quattro milioni i cittadini aventi diritto al voto,ai quali si aggiungono più di 100.000 cittadini tra i 16 e 17 anni ai quali è stato allargato il diritto di partecipare al referendum.
Il comitato per il si (Yes Scotland) conta un insieme di espressioni politiche quali il partito nazionalista,il partito socialista scozzese,i verdi scozzesi. Singolare il fatto che, a finanziare il referendum, sono stati due comuni cittadini,Colin e Christine Weir che hanno vinto una cospicua somma alla lotteria nazionale e sono stati supportati dal Partito nazionalista.
A sostenere il “no”sono i Conservatori,i Laburisti ed i Liberal Democratici. Tra i finanziatori della coalizione degli unionisti anche Ian Taylor, azionista maggioritario dell’azienda Harris Tweed Industry. A sostegno dei due comitati moltissime star del cinema e della tv scozzesi..
Secondo un rapporto dell’Ocse,l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che classifica le nazioni dividendo il prodotto interno lordo per la popolazione,la Scozia,se fosse una nazione varrebbe quasi 250 miliardi di sterline e figurerebbe quindi fra i primi Stati per ricchezza.
Per i nazionalisti scozzesi il novanta per cento del petrolio del Mare del Nord sarebbe in acque scozzesi e quindi sotto il controllo di Edinburgo.Il petrolio potrebbe garantire entrate fiscali pari a 57 miliardi di sterline entro il 2018 e sarebbe estraibile per altri trenta o quaranta anni.
Il “Financial Times” si è schierato contro l’indipendenza e la Royal Bank of Scotland e LLoyds si preparano a trasferire le sedi a Londra. Analisti della banca d’affari Goldman Sachs prevedono,se prevarrà il si,un calo della sterlina. Alcuni manager di investimenti finanziari rivelano che in questi giorni centinaia di milioni di sterline vengono trasferiti da conti scozzesi ad altre banche di Londra.
I 59 deputati scozzesi,tradizionalmente laburisti, in caso di vittoria del si,dovrebbero abbandonare Westminster.Secondo la stampa inglese,alle politiche del 2010 senza il voto scozzese David Cameron avrebbe preso la maggioranza e non avrebbe dovuto creare un governo di coalizione.
Gli indipendentisti vorrebbero mantenere la sterlina ma i tre principali partiti di Londra hanno dichiarato che una Scozia indipendente, non potrebbe continuare a condividere la moneta con il resto del Regno Unito. Altre opzioni sono l’euro o una nuova moneta