Roma - Dopo l’annessione della Crinea
alla Russia da giorni si susseguono voci di concentrazione di
migliaia di militari russi ai confini sud orientali
dell’Ucraina. Centomila riferiscono fonti ucraine,ventimila per gli
americani.
Secondo il Wall Street Journal le
truppe russe sarebbero pronte per invadere la Transnistria, regione
secessionista russofona della Moldova.
E’ indubbio che Vladimir Putin,
annettendo la Crimea, in violazione dei principi di diritto
internazionale, ha voluto dare una inequivocabile dimostrazione di
forza.
Colto di sorpresa dagli sviluppi che
hanno portato all’abbattimento del governo di Viktor Yanucovic, in
un clima di risorgente nazionalismo ucraino, il presidente russo ha
dato il via ad una politica difensiva aggressiva. L’impianto della attuale strategia
russa è volta ad una competizione con l’Unione Europea.
Il Cremlino infatti sta mettendo in
piedi l’Unione economica eurasiatica fra Russia, Kazakhistan e
Bielorussia voluta personalmente da Putin per dare vita ad una ampia
area economica integrata. La UE, a sua volta, ha promosso
iniziative di partenariato orientale con Bielorussia, Moldavia
Ucraina e Georgia con una politica di occidentalizzazione e con
trattati di adesione, ottenendo con queste operazioni di “soft
policy” un graduale allontanamento di questi Paesi dall’orbita
di Mosca.
L’ascesa ora a Kiev di un governo in posizioni antirusse e le reazioni dell’opinione pubblica alla annessione della Crimea e più in generale alla volontà del governo ucraino di far fronte, anche con le armi, a quelle che sono percepite come potenziali minacce alla sicurezza nazionale, suscitano apprensione tra i governi occidentali.
Il minacciato isolamento diplomatico nei confronti della Russia e l’applicazione di sanzioni a livello economico-finanziario rischiano però di mettere in difficoltà Mosca. Sono in primo luogo gli oligarchi russi ad essere allarmati, in quanto colpiti nei loro interessi personali con l’occidente,ma più in generale è il gruppo politico amministrativo che fa capo al Presidente Putin a temere che queste misure potrebbero provocare gravi danni all’economia del paese. Una economia,quella russa, che è legata alla capacità del governo di assicurare un livello di vita accettabile alla maggioranza dei cittadini,condizione essenziale per dare consenso al regime, ed indispensabile per la sua sopravvivenza.