Ancona - In spiaggia c'è poco da scherzare, si sta giocando con il lavoro e con gli investimenti di nostri concittadini che con la loro dedizione e professionalità hanno fatto di Porto Sant'Elpidio una delle località balneari di maggior richiamo della costa marchigiana.
Ma è arrivata l'ennesima mareggiata che ha colpito duramente proprio le concessioni balneari, uno dei principali motori commerciali della città. Il maltempo si lascia alle spalle una lunga lista di danni e di spese per gli operatori che ora saranno costretti a mettere mano al portafogli per ridonare decoro alla spiaggia.
E per di più la mareggiata è arrivata il 16 giugno, con una stagione balneare ancora lontano miraggio. Non parliamo poi dei costi del servizio di salvataggio che, per carità, è sacrosanto ma in queste condizioni rischia di apparire come un paradosso. Un'amministrazione seria e degna di questo nome dovrebbe, in primis, conoscere alla perfezione il problema e le sue cause note a tutti in spiaggia e anche altrove.
A quel punto dovrebbe attivarsi per ottenere degli interventi che risolvano una volta per tutte la problematica. Serve un'opera mirata alla costruzione di scogliere emerse in grado di frenare le onde. Ma si analizzino in maniera approfondita anche i reali effetti dei pennelli che incidono sullo status del litorale.
E le Amministrazioni provinciale e regionale non si sentano senza responsabilità. Devono attivarsi immediatamente per supportare, anche economicamente, le categorie produttive colpite. Il cofinanziamento regionale da un milione di euro per il ripascimento è ormai improrogabile.
Ma soprattutto non si può prescindere da un serio progetto di difesa della costa di Porto Sant'Elpidio. Basta, quando ci sono, con gli interventi spot. L'Adriatico avanza: sta sempre più erodendo il nostro litorale e mettendo in ginocchio i nostri balneari. E gli Elpidiensi non hanno l'anello al naso.