Anziani picchiati e trattati con violenza. Quanto accaduto di recente a Villa Matilde, casa di riposo per anziani di Parma, è un fatto gravissimo e purtroppo non isolato che pone interrogativi ai quali vanno date risposte urgenti e messe in campo azioni che ne impediscano il ripetersi .
Chi ha autorizzato quella struttura o si è convenzionata con essa, ha controllato il rispetto degli standards di assistenza? Chi ha la responsabilità delle ammissioni degli utenti ha verificato la compatibilità della struttura? Quali strumenti di rapporto e di ascolto con i residenti ed i familiari erano attivi in quella struttura?
Le responsabilità fanno capo a diversi Enti che troppo spesso non adempiono ai loro doveri di controllo; ci sono le responsabilità di chi autorizza le strutture e di chi si convenziona con esse; responsabilità che riguardano i Comuni, le Asl, le Regioni.
Siamo certi che sulle cause non intervengano fattori quali la crescente spinta alla privatizzazione ed i tagli alle risorse a disposizione di utenti, di cooperative e di associazioni che gestiscono i servizi?
Se il sistema della “ presa in carico “ delle persone con il compito di assicurare risposte adeguate ai loro bisogni non sempre funziona occorre mettere in fila tutte le questioni: autorizzazioni, convenzioni,appalti, standard,tipologia di personale,qualifiche, formazione, criteri di ammissione, verifiche, controlli, e con determinazione affrontarle.
Ci chiediamo se nei confronti delle strutture accreditate come rsa /rp/case di riposo presenti sul nostro territorio si effettuano controlli, soprattutto sui tempi di assistenza definiti dalle delibere, sulla qualità dei cibi somministrati, sulle turnazioni del personale adibito alla cura e all'assistenza, se lo stesso è adeguato al numero degli anziani ricoverati soprattutto di notte ecc., se la compartecipazione alla spesa da parte della famiglia (peraltro non di poco conto) corrisponde effettivamente ai servizi erogati, se i criteri degli appalti rispondono alla particolare natura dei servizi.
Chiediamo se vi sono momenti di ascolto dei familiari dei ricoverati o se vengono somministrati periodicamente questionari anonimi riguardanti la degenza, in tutti i suoi aspetti, degli anziani e non nelle strutture.
La scelta di frammentare le strutture in un numero inferiore ai 20 posti letto non aiuta la buona organizzazione.
Queste domande le rivolgiamo in primo luogo alla Regione Marche(chiedendo a che punto si trova la legge di riordino in materia dopo la delibera DGR657/15), al Direttore dell’Area Vasta 5, ai Sindaci dei Comuni interessati , ai responsabili delle politiche sociali.
Riteniamo che la dignità degli anziani vada rispettata , non può essere lasciato il problema solo alla famiglia .E’ necessario che le risorse pubbliche (tasse dei lavoratori e pensionati) vengano spese in maniera oculata e controllata quando si finanziano strutture di servizio alle persone, soprattutto se private.
Lo Spi Cgil, qualora venga a conoscenza provata di fatti che ledono la dignità e la cura degli anziani non farà mancare la denuncia e la protesta verso i gestori e la committenza.