Sui temi della famiglia nessuno rimanga 'sul balcone'

Sui temi della famiglia nessuno rimanga 'sul balcone'

Dichiarazione di monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno

 

Ascoli - Non sono pochi coloro che mi hanno chiesto, come vescovo, di offrire un commento circa il disegno di legge sulle cosiddette “unioni civili e adozione gay” e il “family day” del 30 gennaio a Roma.

 

Appoggio questa manifestazione e credo che sia un contributo indispensabile al dialogo necessario, in democrazia, fra varie componenti della società.

 

 

Dico di più: la sua importanza risiede certamente nel fatto che propone l’evidenza della natura rivendicando il ruolo della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e riafferma che i figli non sono un diritto degli adulti per cui i bambini da soggetti beneficiari di diritti, diventerebbero con la stepchild adoption oggetti di diritti da parte di chi non può averne.

 

 

La famiglia non può essere considerata un fatto ideologico, ma umano, antropologico e per questo non sembra giusto equiparare realtà diverse.

 

 

Ancor più importante è la manifestazione perché mette in guardia da un pericoloso principio che cioè i legislatori, grazie a maggioranze parlamentari, possono definire e stabilire la verità, e i valori della vita.

 

Questo è un pericoloso oscuramento della ragione che può fatalmente condurre ad aberrazioni umane che la storia anche di recente ha già tristemente sperimentato.

 

 

Non stiamo vivendo un momento facile e occorre seriamente riflettere perché a fronte d’una persistente crisi economica e lavorativa, di un pericoloso calo delle nascite, ci si preoccupa di provvedimenti legislativi che non incoraggiano i giovani a fare famiglia, finora unico ammortizzatore sociale capace di resistere alle difficoltà crescenti e di assicurare un futuro per le nuove generazioni.

 

E’ compito di chi governa preoccuparsi di cercare nuove risposte a richieste emergenti e non è sempre facile conciliare diverse posizioni. E’ altrettanto importante però, come dice papa Francesco, che “nessuno può dire: ma io non c’entro, sono loro che devono governare (…).

 

 

Ma io devo collaborare, con la mia opinione, con la mia parola, anche con la mia correzione: non sono d’accordo per questo. Dobbiamo partecipare al bene comune” (omelia in Santa Marta, 13.9.2013). Incoraggio quindi i cattolici e ogni altra persona di buona volontà a informarsi e a far sentire la propria voce: nessuno rimanga “sul balcone”.

 

 

Ad esempio, a proposito della teoria del gender, della quale si hanno idee confuse, tocca a voi genitori, primi educatori dei vostri figli, vigilare su che cosa a scuola viene insegnato circa l’educazione all’affettività.

 

Le parole più sacre della vita e della storia umana – come persona e libertà, amore e famiglia, vita e morte, sessualità e generazione – sono sottoposte da decenni a forti pressioni culturali. In diversi Paesi certe pratiche ritenute un tempo aberrazioni, come l’eutanasia, la pedofilia, l’incesto, l’infanticidio, il suicidio assistito potranno finire per essere accolte dalla pubblica opinione e legalizzate come diritti.

 

Questo grazie a scaltre tecniche di persuasione occulta. La più nota è la cosiddetta “finestra di Overton”, una finestra mentale che si allarga sempre di più attraverso sei fasi precise: un’idea all’inizio impensabile, inaccettabile e vietata diventa poi vietata ma con possibili eccezioni per divenire in seguito accettabile come segno di progresso, quindi sensata e razionalmente difendibile.

 

 

Basta a questo punto diffonderla e presentarla socialmente accettabile perché sia pronta per essere legalizzata e introdotta a pieno titolo come un diritto. Il concetto di base è capire in quale finestra si trovi attualmente un’idea (ad esempio, l’eutanasia) e farla progressivamente slittare verso quella successiva, in una serie di passi.

 

Chi sa quanti manipolatori dell’opinione pubblica lavorano per queste campagne di cui noi siamo ignare e facili prede. Per questo è importante avere saldi punti di riferimento. Chi è cristiano ascolti la voce della Chiesa che, maestra di verità, pur essendo fatta di peccatori, è sicura nel suo insegnamento perché guidata dallo Spirito Santo.

 

 

Non si tratta di difendere opinioni personali e posizioni di potere, ma di tutelare la dignità della persona e il bene comune. Dobbiamo annunciare, anche controcorrente, il vangelo della vita e della famiglia con grande serenità e fiducia, e pregare con fede, certi che, comunque vadano le cose, a guidare le sorti dell’umanità è la Provvidenza di Dio, come la storia dimostra ampiamente.