Ascoli - E' il sindacato confederale a prendere in mano il tema dei rifiuti che vede la Provincia di Ascoli in guerra contro il Comune capoluogo e la sua partecipata Ascoli Servizi Comunali. IL sindacato, è chiaro nel comunicato che segue, sta da una sola parte, quella del lavoro e della salvaguardia dei cittadini.
"L’assenza di una politica di medio e lungo termine sui rifiuti e l’utilizzo di questo tema quale argomento di lotta politica, ha determinato scelte, da parte delle Amministrazioni locali, orientate all’emergenza e non dentro un disegno di prospettiva.
Ciò determinerà un aumento delle tasse, insopportabile per un territorio in crisi, che vede fasce di popolazione già significativamente colpite per mancanza di reddito derivante da perdita di lavoro per cassa integrazione e licenziamenti, e sancisce il fallimento delle istituzioni dal punto di vista della programmazione e della gestione di un importante e delicato settore.
Da anni le OO.SS. CGIL CISL e UIL di Ascoli Piceno, purtroppo inascoltate, hanno lanciato allarmi per una politica incentrata sulle discariche, con l’annunciato esaurimento della 4° e 5° vasca di Relluce, ed hanno vanamente invitato le istituzioni ad aprire una discussione di politica industriale di questo comparto.
Ancora una volta chiediamo che si apra un tavolo di confronto, senza lasciarsi condizionare dalle appartenenze politiche ma per affrontare l’emergenza dentro una nuova progettualità, che parta da una forte e controllata raccolta differenziata e che veda tutti i soggetti coinvolti a vantaggio dell’intera comunità.
Occorrerebbe valutare senza preconcetti la possibilità di attivare la sesta vasca di Relluce, di proprietà pubblica e, attraverso un piano di investimenti, valorizzare gli impianti di vagliatura e di compostaggio ivi presenti (costruiti con finanziamenti regionali); verificare l’applicabilità delle nuove tecnologie che consentono il recupero delle discariche esaurite, quali, Relluce, Roccafluvione, Campolungo (di fronte alla Manuli), Acquaviva Picena, Geta e Acquasanta Terme, ecc..
Sarebbero operazioni che, in aggiunta ad investimenti per il riciclo dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata e alla realizzazione di altri impianti che utilizzano tecnologie all’avanguardia non inquinanti, per la produzione di energia o bio carburanti, delineerebbero una reale politica sui rifiuti, pilastro di una vero piano ambientale, propedeutico alla costituzione di filiere produttive che contribuirebbero allo sviluppo del territorio ed all’occupazione".