Ascoli - La parola d’ordine è sinergia tra enti e istituzioni per raggiungere un altro obiettivo fondamentale per i territori: la crescita dei giovani per programmare un nuovo futuro.
E’ il concetto che insieme Natascia Troli (Confartigianato), Luigi Contisciani (Bim Tronto) e Gino Sabatini (Camera di Commercio) hanno espresso al Caffè Meletti nel premiare una giovane ascolana.
Dopo lo sfarzo e lo scintillio delle luci in passerella che hanno animato le creazioni Moda degli artigiani locali in Piazza del Popolo nell’agosto scorso, la Confartigianato ha scelto la vincitrice del concorso “Giovani stilisti emergenti”: il premio economico per lo svolgimento di uno stage presso una sartoria Picena è stato attribuito a Cristina Parissi, laureata all' Accademia Italiana di moda a Roma, vincitrice del concorso "Passerella mediterranea".
Lo hanno consegnato oggi, presso il Caffè Meletti, Natascia Troli, presidente Confartigianato Imprese e Luigi Contisciani, presidente BIM Tronto, alla presenza di Gino Sabatini, presidente della Camera d Commercio di Ascoli Piceno e di Maria Rita Guerrieri di Confartigianato Sarti & Stilisti.
Un impegno in favore dei giovani che intende sottolineare quanto occorra guardare al futuro, avendo memoria della tradizione del saper fare artigiano che nel Piceno ha espresso da ben 31 anni il meglio della produzione sartoriale nell’annuale sfilata nel salotto cittadino.
Innovazione e avvicendamento generazionale sono i due cardini che vedono Confartigianato e BIM Tronto alleati grazie ad una serie di iniziative tra cui ricordiamo la recente iniziativa fermana “Tendenza Moda” nel corso della quale il BIM ha premiato le spese che alcuni allievi sosterranno per partecipare ad un corso L’Oreal di tre giorni a Milano.
Tutela del saper fare per una nuova presa di coscienza a difesa del Made in Italy, una battaglia che vede la Confartigianato Imprese di Ascoli Piceno e Fermo da sempre in prima linea. Alcuni dati elaborati dal Centro Studi Confartigianato rendono l’idea del fenomeno.
La multinazionale del ‘falso’ fattura 200 miliardi l’anno in tutto il mondo, ma la cifra è destinata a crescere e in Italia ‘vale’ quasi mezzo punto percentuale di Pil, lo 0,45%, per l’esattezza, ben 7 miliardi di euro che mettono in ginocchio la produzione di qualità e la sicurezza dei consumatori.
I settori più esposti alla contraffazione sono quelli del tessile, abbigliamento, calzature, occhialeria, cosmetici, giocattoli che rappresentano l’89,2% dei valore delle merci sequestrate tra il 2008 e il 2013. E proprio in questi settori di punta del made in Italy – in cui operano 64.322 imprese artigiane con 194.555 addetti – negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con una perdita di 7.052 aziende, pari ad un calo del 9,9%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori ‘invasi’ dai falsi sono diminuite del 2,1%.
Pesanti i danni anche per il made in Italy: nei settori interessati nell’ultimo anno l’export ammonta 23.616 milioni di euro e l’Italia è il primo esportatore europeo.
Sulla base di questi dati preoccupanti l’Associazione ha collaborato, nelle ultime settimane con la Prefettura di Ascoli Piceno, le altre organizzazioni datoriali e le forze dell’ordine alla predisposizione di un pieghevole interattivo rivolto agli studente delle scuole media e del biennio delle superiori per una maggiore sensibilizzazione sui danni alla salute e i rischi per sanzioni amministrative e penali che derivano dall’acquisto di merce contraffatta.
Il nostro Paese è il primo in Europa per quantità di merce sequestrata: tra il 2008 e il 2013 si sono registrati 99.748 sequestri per 334,5 milioni di pezzi contraffatti tolti dal mercato, del valore complessivo di 3.789 milioni. Eppure, nonostante la florida industria del falso, gli artigiani non si arrendono: il 32,3% delle imprese fino a 9 addetti punta tutto sull’innovazione per mantenere il livello competitivo sul mercato interno e all’estero.
Una percentuale che sale al 42,8% per le micro imprese manifatturiere. Nel dettaglio, il 24,8% delle imprese ha introdotto innovazioni di prodotto e il 21,1% ha effettuato innovazioni di processo.