Ascoli - "Sembra quasi che Confindustria e il suo Presidente, abbiano ormai acquisito una “ striscia quotidiana” sulla stampa locale.
E' positivo il fatto che Associazioni di Rappresentanza delle Imprese offrono alla città il loro pensiero sull'ormai moribondo sistema economico/produttivo e occupazionale del nostro territorio.
Peccato che continuino, ormai come un mantra, a trovare giustificazioni e responsabilità negli altri, a partire dai “soliti” lavoratori: addirittura, in un momento di crisi produttiva tremenda, dove sono più le ore di Cassa Integrazione che di lavoro, sembra che la responsabilità sia di chi non vuole fare ore di straordinario.
Atteggiamenti di questo tipo, sicuramente non aiutano l'evocato cambio di mentalità e l'unità del mondo del lavoro; come non aiuta a buttare il sasso nello stagno, additando l'intero “Sindacato” di “comportamento delittuoso” solo perché i lavoratori chiedono che vengano rispettate le regole e i loro diritti; non si può tacciare di sbagliare coloro che sono nel giusto e assolvere chi, negli anni ha consigliato ed attuato metodi fuori dalle regole.
La Cgil ha da sempre avuto un approccio confacente con il ruolo che ricopre, cioè contrattare, ma spesso si è trovata di fronte un muro, sia da parte delle aziende, sia da parte di chi le rappresenta ( quanti accordi aziendali Confindustria non ha siglato ????), dando spazio a chi vuole risolvere le questioni con atteggiamenti muscolari.
Noi riteniamo che sia arrivato il tempo di assumersi le dovute responsabilità, soprattutto oggi, che si ha una opportunità in più, cioè quella del riconoscimento del territorio come area di crisi complessa.
Giova ricordare che questa opportunità è stata riesumata e voluta fortemente dai lavoratori della Prysmian che, con la loro compostezza e con tutta la fermezza dovuta, pur subendo la chiusura della loro azienda e portando intorno alla loro vertenza l'intera cittadinanza, si sono almeno adoperati per raggiungere questo obiettivo fosse raggiunto.
Oggi è il momento di lasciar perdere le polemiche, non tentare di forgiarsi del titolo di “ primo della classe” ma di adoperarsi, insieme a tutti gli attori del territorio, Istituzioni, politica, parti sociali, per una nuova cultura , che non può più essere per “ navigatori solitari”, che vada alla sostanza dei problemi che abbiamo di fronte e per ridare fiducia e speranza ai tanti disoccupati nella nostra Provincia, ad un futuro per i nostri giovani, alle tante famiglie in difficoltà .
Per far si che non si sprechi, forse l'ultima occasione per una inversione di tendenza e per mettere un punto su una crisi del territorio che pare non abbia più fine".