Ascoli - Monica Acciari, candidata in Consiglio comunale per il PD, lancia un progetto rivoluzionario perché il quartiere di Monticelli e i suoi abitanti riacquistino dignità. Ce ne parla in questa intervista.
Lei ci ha parlato di un
progetto rivoluzionario
“Guardate - dice Acciarri - prima di affrontare ogni argomento, ogni progetto, c'è una cosa che
voglio dire: non avrei mai pensato di provare dentro di me, come mi
accade in questi giorni, un'ansia così forte per gli ascolani. Per
la situazione di tante famiglie, dei giovani. Mi sono candidata
perché voglio mettermi in gioco, per cambiare le cose, per
migliorarle con il mio seppur piccolo contributo. In realtà parlare
con la gente mi sta arricchendo, mi sta facendo comprendere quanto
chi lavora sia privilegiato nell'Italia di oggi. E' un'esperienza che
sta moltiplicando la mia voglia di essere al servizio della mia
città. Penso che questa campagna elettorale la dovrebbero fare tutti
i cittadini per comprendere meglio lo stato di disagio delle persone.
Si, quegli uomini e quelle donne che ti vivono accanto e non ti
accorgevi quanto dentro di loro soffrissero in silenzio, con dignità
coraggiosa. E' un'esperienza che vince una delle doti più negative
di questa società: l'egoismo, l'individualismo, la dimenticanza dei
bisogni degli altri”.
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Si riferisce a casi particolari?
“Ad esempio la
dimenticanza della politica per un quartiere come Monticelli. Finora
si sono fatte solo chiacchiere.
Solo ordinaria manutenzione e
neppure con un minimo d'efficienza.
Eppure qui vivono
quindicimila persone uguali a noi, con gli stessi diritti. Non sono
un ghetto metropolitano. Gli abitanti di Monticelli sono stati
lasciati nel dimenticatoio e senza voce per troppo tempo. Ecco, ora
capisco più cose. Però bisogna guardare da quassù, dal
quattordicesimo piano di uno dei grattacieli, la realtà di
Monticelli non te la puoi più nascondere. Mi chiedo se ci sia mai
salito un politico ascolano fin qui. Da questo tetto, oltre il
quattordicesimo piano, ti prende la voglia di gridare. Vedi un
quartiere tagliato a metà, visibilmente diviso da una grande
barriera: l'asse centrale. Gli antichi romani costruivano per
espandere la propria civiltà, per permettere alle idee di
incontrarsi. Anche se è vero che li spingeva la voglia di conquista,
con le proprie capacità ingegneristiche però costruivano
sapientemente strade e acquedotti in modo sostenibile.
L'asse
centrale di Monticelli è un segno di inciviltà contemporanea. Credo
che occorra un segnale tangibile della politica nel cambiamento
radicale di questo quartiere. E l'unico modo che mi viene in mente è
quello di “cancellare” dai ricordi degli ascolani di Monticelli
quell'asse centrale che per decenni li ha resi schiavi del rumore,
del pericolo della stessa vita nell'attraversare questa strada a
scorrimento veloce nonostante semafori e rotatorie. Quell'asse deve
completamente sparire dalla vista”.
Come?
“Sarà interrato per tutta la sua lunghezza. Diventerà una galleria urbana artificiale con un'altezza interna utile di 5,50 metri e una larghezza di 15 metri. E così seppelliremo il traffico e il rumore insieme. Due macigni che per decenni hanno pesato sulla vita degli abitanti, hanno reso questo quartiere poco vivibile. Ora immaginate a posto del grigio dell'asfalto dell'asse centrale un lungo prato verde, attrezzato, dove senza più alcun timore la gente si riversa, s'incontra, si siede a parlare: fa vita di quartiere, va in bicicletta. Sotto, il traffico sarà inghiottito e scomparirà dalla discesa della circonvallazione per riapparire solo sul ponte che porta alla superstrada. E nelle operazioni di scavo verranno intercettate anche fonti di energia rinnovabile come la geotermia. Siamo in contatto con l'Università di Trieste per la tecnologia, ma non lasciamo indietro le nostre università, per approntare una progettualità che consenta di gestire energia da convogliare verso impianti sportivi e centri di aggregazione nel quartiere. Con questo progetto Monticelli fruirà di un immediato risanamento ambientale: finiti i gas di scarico, che nella galleria artificiale verranno smaltiti tecnologicamente, e le polveri sottili che finora hanno inquinato il quartiere. Di idee a corollario di questo progetto ne abbiamo altre, se andremo al governo della città lo scoprirete".
E i costi?
“E' un progetto costoso”, diranno. Sì, lo è, rispondiamo. Ma Monticelli per decenni è stato depredato. I suoi abitanti non hanno vissuto come gli altri ascolani. Debbono essere risarciti ampiamente. A questo quartiere deve essere restituita dignità con un intervento di nobiltà architettonica”. Eppoi un progetto del genere vuol dire far lavorare imprese ascolane, vuol dire redistribuire reddito e riqualificare un quartiere dal punto di vista ambientale. E l'Europa gioca un ruolo sostanziale. La riqualificazione urbana diventa obbligatoria. E' da quelle risorse europee che noi attingeremo per ridare un volto finalmente “umano” a Monticelli".
I suo avversari dicono che la soluzione è il ponte sul Tronto. Devierà il traffico da Monticelli ...
“Già,
il ponte. Intanto non è che costi poco (8 o 10 milioni di euro).
Eppoi, parlando di traffico, voi ce lo vedete tutto il flusso
veicolare dell'asse centrale convogliato sulla Piceno Aprutina?
E
ancora, come farebbero a convincere gli automobilisti a non passare
per una via rettilinea come hanno fatto per decenni? C'è l'ospedale,
i servizi commerciali.
C'è un detto, e come si sa gli adagi sono
le esperienze dei popoli condensate, “chi più spende meno spende”.
Se la spesa viene fatta per il bene comune è un ottimo
investimento. E un'amministrazione che si rispetti è questo che deve
fare. E' qui che sta la differenza tra la buona politica e
l'ordinaria manutenzione”.